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Capo Nord, luogo magico o solo una trappola per turisti?

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NORDKAPP È una meta obbligata, dove tutti o quasi i turisti che visitano la Norvegia "devono" andare. Ma è davvero un luogo mitico? O piuttosto è solo una ben architettata trappola per turisti?

Difficile rispondere, perché Capo Nord, lo stupendo promontorio dell'isola di Magerøiache si spinge fino a 71°10'21'' di latitudine Nord, forse è tutte e due le cose: è un luogo magico, entrato nell'immaginario di tutti gli europei e non solo perché proposto dai tour operator, ma d'altro canto i norvegesi da parecchi anni hanno deciso di sfruttarne il fascino in modo un po' troppo sfacciato, da far impallidire le gondole di plastica di piazza San Marco.

A favore di Capo Nord come meta irrinunciabile pesa la sua stessa storia: anticamente era un luogo sacro del popolo Sami, i Lapponi che abitano dalla presitoria il Nord del nostro continente. Venne battezzato North Cap dall'esploratore inglese Richard Chancellor che nel 1553 vi giunse andando alla deriva mentre tentava di trovare il "passaggio a Nord Est" e divenne un luogo di pellegrinaggio per tutti i norvegesi dopo la visita che vi fece re Oscar II nel 1873. Ma già nel 1633 un prete italiano, Francesco Negri, nativo di Ravenna, lo aveva scoperto come meta "turistica": organizzò un viaggio in Scandinavia con il desiderio di raggiungere il punto più settentrionale d'Europa. Viaggiava solo e fu il primo italiano a raggiungere Capo Nord ed uno dei primi ad usare gli sci.

Incredibilmente Capo Nord è anche una meta di pellegrinaggio per i thailandesi, in seguito alla visita che vi fece re Hulalongkorn nel 1907.

Sempre a favore di Capo Nord c'è la sua straordinaria bellezza. È un promontorio roccioso alto più di 300 metri. Trecento metri di scogliere strapiombanti nell'oceano artico, che qui si chiama Mar di Barents. C'è sempre un vento fortissimo e molto spesso il sole (da maggio a luglio anche a mezzanotte, mentre d'inverno la nostra stella non si fa proprio vedere per parecchi mesi).

Contro Capo Nord pesano al contrario parecchi fattori. Innanzitutto il promontorio considerato il punto più settentrionale dell'Europa continentale, più settentrionale del mondo, usurpa questo titolo: è su un'isola e non sul continente e poi, proprio qui accanto (a circa 4 ore di cammino) c'è una lingua di terra che si chiama Knivskjelodden che è più a Nord di qualche "secondo". Ma non è spettacolare e non c'è posto per auto, pulmman e camper.

Poi ci sono i pedaggi. Qui si paga per arrivarci (il lungo tunnel che collega all'isola di Magerøiache è a pagamento ed è molto caro, come tutto in Norvegia), si paga per entrare nel promontorio, sia che siate in auto, in bici o a piedi, per un biglietto che vale due giorni (ma chi si ferma più di un paio d'ore qui?) e che permette l'accesso all'orrendo Museo di Nordkapp dove abbondano i souvenir.

Infine c'è la ressa. Se raggiungete Capo Nord nel periodo considerato migliore (tra il 10 luglio e il 10 agosto) perché c'è il sole di mezzanotte e fa meno freddo, vi troverete intruppati tra migliaia di altri turisti, col promontorio che i Sami consideravano carcio di energia, pieno di pullman, auto, moto e camper, con tutto il corollario di pic nic e bambini che corrono e urlano.

Ma Capo Nord resta bellissimo e suggestivo e forse anche carico di energia se ci si va "fuori stagione": basta qualche giorno dopo Ferragosto, o all'inizio di giugno. Può accadere di trovarsi completamente soli a guardare le brume del Mar Glaciale Artico che avanzano verso la scogliera verso l'Europa. Solo così Capo Nord ripaga del lungo viaggio, dei disagi e dei pedaggi. a. pell.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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