Von der Leyen, un bis per rendere di nuovo competitiva l’Europa

Secondo mandato per Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Nel suo ufficio al palazzo Berlaymont l’ha mantenuta la maggioranza quadripartito, Ppe, S&D, Renew, Verdi. Decisivo il programma. Ampio, come non poteva non essere, economia, difesa, democrazia, diritti, e tanto altro. Il discorso di fronte al Parlamento Ue di Strasburgo è stato la sintesi del documento «La Scelta dell’Europa. Orientamenti politici per la prossima Commissione europea, 2024-2029».

La selezione degli argomenti non è stata del tutto felice. Se al posto di amputare qui e là avesse compresso e compreso nel suo discorso l’insieme delle proposte, avrebbe dato una miglior visione di quanto intende fare. Ma potrebbe anche essersi trattato di una scelta voluta, forse per non avvicinarsi a temi scottanti e dell’ultimo minuto.

Tra le cose non dette ma scritte spicca la politica della salute. Eppure, si tratta di un qualcosa di molto vicino ai cittadini europei. La pandemia, scoppiata all’inizio del precedente mandato, aveva sì evidenziato le carenze dell’Europa in termini di sanità, ma la Commissione era stata pronta ad avviare specifiche politiche sanitarie, le mascherine prima e i vaccini poi.

Si tranquillizzi il cittadino, il programma Unione europea della salute non è stato dimenticato. Leggiamo, infatti, il proposito di «completare l’Unione sanitaria europea con catene di approvvigionamento diversificate, accesso ai trattamenti più avanzati, sistemi sanitari più resilienti».

Altra cosa non detta ma scritta, riguarda il divieto all’immatricolazione di auto con motore a scoppio dopo il 2035. Agli eurodeputati, e in particolare ai Verdi, Ursula von der Leyen, ha voluto ribadire l’impegno su Green Deal.

In più ha parlato di voler mettere in atto un «Clean industrial deal» nei primi cento giorni del suo mandato. Nel documento programmatico sembra, tuttavia, lasciare aperta la possibilità a qualche riconsiderazione: «Per arrivarci (all’obiettivo della neutralità climatica per le auto) sarà necessario un approccio tecnologicamente neutrale, in cui gli e-fuels avranno un ruolo da svolgere attraverso la modifica mirata del regolamento, come parte della revisione prevista».

Ha inteso mostrarsi bendisposta verso i produttori di auto e dell’indotto del motore a combustibile fossile? Vedremo quali modifiche del regolamento saprà proporre al Parlamento Ue e al Consiglio. Vedremo quale sarà la solidità della maggioranza quadripartito quando verrà il tempo di votare. Vedremo se tra quanti le hanno votato ieri contro (i gruppi della galassia sovranista) vi sarà chi le sosterrà.

La stretta di mano tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni al G7 in Puglia - Foto Ansa/Ettore Ferrari © www.giornaledibrescia.it

Da apprezzare è l’aver indicato nella competitività la «prima delle priorità», probabilmente un anticipo di quanto tanti aspettano da mesi, ma ha subito già due rinvii: il rapporto sulla competitività di Mario Draghi. La presidente in pectore ha legato la prosperità alla competitività. Giusto, perché non esiste una via alternativa per elevare il tenore di vita. Abbiamo bisogno di darvi un grande impulso, perché i fondamentali dell’economia internazionale stanno cambiando, «chi non è competitivo è dipendente».

Una maggior competitività, continua Ursula von der Leyen, richiede un mercato unico più profondo, vuole meno burocrazia e più fiducia nell’azione degli imprenditori, ha pure bisogno di un mercato unico dei capitali. Ma anche un mercato unico della difesa, perché oggi la pace e la libertà sono sotto sfida. Non possiamo prescindere, questa è l’essenza del suo messaggio, da una maggior integrazione economica se vogliamo essere più competitivi, vivere meglio e sentirci più sicuri e più liberi.

Una maggioranza quadripartito per un secondo mandato. Ma anche una maggioranza meno maggioranza di prima, con di fronte una minoranza meno minoranza. Un declino da fermare e rovesciare quello dell’europeismo, a rischio di trovarsi ex-maggioranza. Perché ciò avvenga, ma qui il programma Ursula segna il passo, bisogna fare (re)innamorare il cittadino dell’Europa.