Microcriminalità e sicurezza: basta dividersi, proteggiamo i fragili

Provare a non dividersi, almeno su questo. La lotta alla microcriminalità e la ricerca di una maggiore sicurezza dovrebbe essere ai primi posti nell’agenda di qualunque forza politica, di destra o di sinistra, poiché non essere o non sentirsi minacciati è in cima alle priorità dei cittadini. Se avete dubbi, pensateci in prima persona: cosa ritenete più importante di essere al sicuro voi e la vostra famiglia?
Brescia non è il Bronx, è vero, e a chi la spaccia come tale consiglieremmo di viaggiare più spesso, possibilmente fuori dai villaggi a misura di turista. Ma è altrettanto vero che la sensibilità è cambiata e che ciò che in passato neppure rientrava nei crimini rilevanti (furti in casa, scippi, rapina di piccola entità, minacce, aggressioni...) al giorno d’oggi condiziona le persone, generando sentimenti quali umiliazione, rabbia, paura, che incidono pesantemente sulla qualità della vita. Specialmente di chi è più fragile, chiedendo dunque una responsabilità doppia.
Partiamo dunque da qui, dal concordare sul non minimizzare (e minimizza una certa sinistra, vittima del «benaltrismo», secondo cui i problemi sono sempre «ben altri», ma anche una certa destra, che riduce il tutto a «legge e ordine», dimenticando che è nei paesi più autoritari dove c’è più violenza nelle case e per strada) e sulla necessità di trovare una soluzione efficace. Ricordando la lezione di Bill de Blasio, per dieci anni sindaco democratico di New York: «Affrontare i piccoli problemi di ordine pubblico è un modo intelligente e pratico affinché non diventino grandi problemi».
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