La destra si prende le piazze britanniche

Proteste violente dopo l’uccisione di tre bambini da parte di un ruandese
Proteste a Manchester - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Proteste a Manchester - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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In Italia abbiamo sperimentato diverse stagioni di proteste di piazza trasformatesi, per le più diverse ragioni, in violenti scontri. La lista è lunga; ma la memoria degli eventi è sicuramente a noi presente. Non si tratta, però, una peculiarità italiana.

Anche il Regno Unito ha una lunga abitudine a simili episodi. Tra il 1911 e il 1914 vi fu il cosiddetto Great Labour Unrest: tre anni di diffuse proteste dei lavoratori che spinsero Londra all’uso dell’esercito per reprimere le proteste. Così accadde nel 1919, quando le peggiorate condizioni economico-alimentari nel paese successive alla fine della Grande guerra causarono vaste proteste; o nel 1926, quando lo sciopero generale dei lavoratori, fece temere l’inizio di una rivoluzione socialista.

Dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale, altri episodi di violenza si ebbero per la forte emigrazione nel paese di cittadini di colore provenienti dalle colonie dell’ex-impero. Nel 1958 a Notting Hill gruppi di lavoratori bianchi distrussero le case di famiglie provenienti dalla Giamaica. Tra il 1981 e il 1985 gravi scontri si ebbero a Brixton tra polizia e residenti, poi estesisi in altre parti del paese. Altre vicende simili si ebbero nel 2011. E l’elenco potrebbe continuare.

Scontri anche a Liverpool - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Scontri anche a Liverpool - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Più di recente scontri sono stati provocati dall’uso non controllato della forza da parte della polizia contro cittadini di colore (movimento del Black Lives Matter). Violenze sono state prodotte da gruppi di destra in protesta per la crescente emigrazione straniera nel paese o in reazione ad attentati compiuti da migranti o estremisti religiosi. È accaduto a Bradford nel 2001 e, su varia scala, in altre occasioni.

L’uccisione di tre bambini e il ferimento di altre 11 persone alla fine di luglio a Southport da parte di un cittadino britannico di origini ruandesi (malato psichico) ha provocato una nuova ondata di scontri provocati dall’estrema destra inglese. Ciò che impressiona è che tali fatti si stanno verificando in tutto il Regno Unito, non in alcune, isolate, località. Oltre a Southport, sono state implicate, tra le tante, città come Liverpool, Middlesborough, Manchester, Leeds, Birmingham, Plymouth e, perfino, Belfast. Le ragioni che muovono i violenti possono essere molte, ma le autorità locali tendono a sottolineare soprattutto gli intenti legati al desiderio di favorire l’odio religioso contro i musulmani e le persone di colore. Favoriti da alcuni canali informativi legati (si dice) alla Russia e dalle affermazioni divulgate da X di Elon Musk, tali gruppi tentano di spargere notizie false contro gli immigrati.

Il governo laburista, di recente insediato, sta cercando di rispondere agli eventi con compostezza. In primo luogo, Starmer si è rifiutato di riaprire il Parlamento (attualmente in vacanza), per non dare l’impressione che la situazione sia fuori controllo. Nel contempo, si è preoccupato di rafforzare le forze anti-terrorismo, accettando l’avvertenza delle forze dell’ordine che le violenze possono essere considerate atti terroristici. Inoltre, ha presieduto martedì sera una riunione del comitato del governo preposto ad affrontare questi problemi (Cobra Committee), per coordinare la risposta ai disordini.

In altre parole, per il governo è essenziale gestire, per ora, la congiuntura. Una più approfondita analisi degli eventi e delle cause che li hanno provocati dovrà darsi, inevitabilmente, una volta superata la crisi.

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