I rapporti Cina e Africa sono in una fase critica

Il consueto appuntamento triennale del Forum sulla Cooperazione Cina-Africa - inaugurato nel 2000 e diventato una delle più importanti piattaforme di collaborazione per entrambi gli attori coinvolti - sta volgendo al termine a Pechino. Affiancato da dignitari africani - al Forum partecipano i rappresentanti dei 53 paesi africani con cui la Cina intrattiene rapporti diplomatici formali, con la sola eccezione del Regno di eSwatini, che rimane ancora fedele a Taiwan - nell’enorme Grande Sala del Popolo a Pechino, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che «le relazioni Cina-Africa sono al loro massimo storico» e ha promesso di elevare i rapporti bilaterali della Cina con tutti i paesi africani con cui ha legami formali al livello di «relazioni strategiche».
L’azione della Cina
Al fine di rafforzare questa intima relazione, Xi ha promesso di stanziare 360 miliardi di yuan (50 miliardi di dollari) nei prossimi tre anni: 210 miliardi attraverso linee di credito, 70 in nuovi investimenti da parte di investitori privati cinesi e la parte restante attraverso l’attuazione di altri progetti, tra cui l’assistenza militare, che evidenzia la crescente importanza della sicurezza nella relazione tra Pechino e i suoi partner africani.
La spinta di Xi a rafforzare l’ambito della sicurezza è anche un segnale di come Pechino stia cercando di espandere la sua partnership strategica con una regione che è emersa come nodo chiave nelle ambizioni militari cinesi. Sebbene inferiore ai 60 miliardi di dollari promessi rispettivamente nel 2015 e nel 2018, la somma indicata da Xi sembra mirare a inviare un segnale forte ai leader in visita riguardo all’impegno della Cina - principale potenza economica straniera in Africa - verso il continente, nonostante un recente rallentamento nei suoi prestiti per lo sviluppo all’estero - a causa della contrazione nella crescita economica - e mentre l'Africa affronta molteplici difficoltà legate al debito estero, compreso quello verso la stessa Cina. Nel suo breve discorso introduttivo, Xi - oltre a promettere la creazione di almeno un milione di posti di lavoro in Africa - ha individuato dieci aree di azione per la cooperazione nel prossimo triennio, tra cui connettività infrastrutturale, commercio, sicurezza e sviluppo verde - un settore in cui Pechino è ampiamente vista come impegnata a rafforzare le sue esportazioni di tecnologie verdi.
I leader di Pechino cercano investimenti, commercio e sostegno per industrializzare e creare posti di lavoro. Ciò include uno sforzo teso a far sì che la Cina importi più beni lavorati dall'Africa, piuttosto che semplicemente esportare e lavorare materie prime - come i minerali critici africani, altamente richiesti. Ciò detto, non è chiaro come le promesse di Xi si allineeranno nella pratica con le aspettative dei leader africani giunti in visita a Pechino, considerate le difficoltà insorte nel monitoraggio dell’adempimento degli impegni passati.
Il contesto del summit
Il summit di quest’anno si tiene proprio mentre le relazioni di lunga data della Cina con l’Africa sembrano ancora più critiche per Pechino, in un contesto di crescenti attriti con Washington. Con l’intensificarsi di questa competizione tra grandi potenze, la Cina sta infatti realizzando come sia imprescindibile fare affidamento sul Sud del mondo come fondamento della sua diplomazia. La scelta dei paesi africani ha assunto una rilevanza assoluta, considerato che l’Africa rappresenta un blocco di grande importanza nel Sud del mondo. Proprio nel tentativo di contrastare le incursioni che la Cina ha posto in essere sia a livello politico sia nel settore delle risorse del continente, anche gli Stati Uniti e l’Europa hanno intensificato i loro sforzi per un maggiore coinvolgimento dell’Africa e accedere così alle sue risorse naturali.
Il discorso di Xi
Nel suo discorso, Xi ha enfatizzato ciò che Pechino spera sia una posizione politica di comunanza con il continente africano, esaltando una visione comune per un «futuro condiviso», una parola chiave a cui il presidente cinese normalmente fa ricorso al fine di indicare l’allineamento con la visione cinese di un ordine mondiale alternativo a quello sostenuto dagli Stati Uniti. Xi ha anche fatto leva sulla consueta narrativa della «grande sofferenza» dei paesi in via di sviluppo causata dal processo di modernizzazione dell’Occidente.
L’attuale summit assume una rilevanza ancora maggiore perché Pechino è sempre più desiderosa di usarlo per segnalare il suo incessante impegno in Africa, considerata la preoccupazione riguardo al suo ruolo nell’alto livello di debito tra le nazioni africane. Molti analisti non vedono la Cina - nella maggior parte dei casi - come la principale causa dello stress debitorio del continente, sostenendo come molti paesi africani debbano ingenti somme anche a banche multilaterali e a creditori privati. Tuttavia, gli ingenti prestiti elargiti dalla Cina hanno contribuito ad aumentare i carichi di debito e Pechino è stata largamente criticata per non essersi mossa abbastanza rapidamente o per non essere stata flessibile nell’aiutare i paesi in difficoltà o a rischio.
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