«Dal Giubileo dei giovani porto a casa la luce del messaggio papale»

Dopo giorni intensi di pellegrinaggio, servizio e attesa, finalmente è giunto il momento tanto atteso: la celebrazione della Santa Messa con Papa Leone XIV. Un evento che ha rappresentato il culmine di un’esperienza profonda, vissuta con spirito di sacrificio, comunione e fede. La notte precedente alla messa è stata trascorsa all’aperto, nei sacchi a pelo. Nonostante la stanchezza, già alle prime luci dell’alba il campo si è animato. L’aria era animata di un’attesa vibrante, quella di migliaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo, uniti dal desiderio comune di incontrare il Santo Padre.
Quando Papa Leone XIV è apparso, un’emozione fortissima ha attraversato tutti noi. Il saluto del Papa ha toccato il cuore di ciascuno: le sue parole, semplici ma potentissime, sono arrivate in modo mirato a ciascuno di noi. «Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo. Vi affido a Maria, la Vergine della speranza». Un invito a non restare fermi, a non vivere nella mediocrità, ma a guardare in alto, ad avere il coraggio di scegliere Dio, ogni giorno. Il suo messaggio è stato come un seme piantato nei nostri cuori, destinato a germogliare nei piccoli gesti quotidiani: «Siete il sale della terra».
Durante l’omelia, il Papa ha ricordato anche due pellegrine che hanno perso la vita durante il cammino giubilare. Le sue parole sono state delicate ma piene di significato, affidandole alla misericordia di Dio. È stato un momento di raccoglimento e commozione profonda, in cui ci siamo sentiti ancora più uniti. Questa Messa è stata molto più di un momento liturgico: è stata un’esperienza di Chiesa viva, giovane e piena di speranza. Un giorno che porterò nel cuore per sempre.
Vivere questa esperienza mi ha permesso di comprendere quanto la fede possa unirci in maniera profonda. Noi giovani siamo il futuro, ed è stato commovente vederci così numerosi, diversi per lingua, cultura, provenienza, ma uniti dalla stessa missione. Ci siamo riconosciuti fratelli e sorelle, anche senza conoscerci: bastava uno sguardo, un canto, una preghiera condivisa per sentirci parte di qualcosa di grande. Il messaggio del Papa non è rimasto solo parole: è diventato realtà concreta, incarnata nei sorrisi, nella gioia, nelle lacrime di commozione e nella voglia di costruire insieme un mondo più giusto e più umano.
Tornando a casa, porto con me non solo un ricordo, ma una chiamata. Una spinta a non restare indifferente, a custodire e alimentare quella luce che abbiamo acceso insieme. Perché la santità, come ci ha detto Papa Leone XIV, non è riservata a pochi, ma è un cammino possibile per tutti, anche per noi giovani, anche oggi. E questa consapevolezza è forse il dono più grande che questa Messa mi ha lasciato.
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