Opinioni

Cyberbridge, scudo digitale italiano per 11 paesi africani

Marco Minniti, presidente di Med-Or Italian Foundation, ha lanciato il progetto presentandolo a Roma, nella sede di Med-Or
Importante costruire un rapporto con i paesi africani nell'ambito della cyber security - © www.giornaledibrescia.it
Importante costruire un rapporto con i paesi africani nell'ambito della cyber security - © www.giornaledibrescia.it
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«Gran parte della nostra connettività, della nostra capacità di trasferire dati e di parlare è affidata a infrastrutture che vanno protette, controllate e sviluppate. Più il mondo va veloce più diventa fragile, più è possibile bloccarlo con attività di intervento che non sono nemmeno identificabili. Cyber attacchi, interferenze straniere, disinformazione e manipolazione informativa sono rischi in forte crescita, soprattutto in contesti dove le capacità istituzionali restano limitate».

A dirlo è Marco Minniti, presidente di Med-Or Italian Foundation che, in collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn), e il supporto di Leonardo, Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha lanciato il progetto CyberBridge - Strategic Training Programme for Digital Resilience in Africa, presentato il 3 dicembre a Roma, nella sede di Med-Or.

Per Minniti è importante «costruire un rapporto con i governi africani sul campo della cyber security. Perché la fragilità caratterizza tutti i Paesi, anche quelli dell’Africa che stanno vivendo un’accelerazione tecnologica, caratterizzata da clamorosi passi avanti nella connessione e nella capacità di utilizzare l’intelligenza artificiale, grazie a una popolazione giovane che chiede un accesso continuo a Internet. Il rischio è diventare obiettivo di attacchi cyber».

CyberBridge si rivolge a trenta funzionari pubblici, provenienti principalmente da undici Paesi africani partner - Kenya, Uganda, Ruanda, Etiopia, Sud Africa, Ghana, Senegal, Costa d’Avorio, Tanzania, Nigeria e Zambia -, in servizio presso amministrazioni centrali e istituzioni strategiche. Il percorso formativo, appena partito e che si concluderà a maggio 2026, è volto a rafforzare le competenze tecniche, strategiche e istituzionali in materia di cybersicurezza. Le attività previste sono: missioni istituzionali nei Paesi target, con coinvolgimento diretto delle autorità locali e delle rappresentanze diplomatiche italiane, corso introduttivo online «Cybersecurity Essentials», formazione specialistica in presenza presso il Leonardo Cyber Security Training Center di Genova, visita tecnica al Security Operations Center di Leonardo a Chieti, modulo specialistico su «Cyber norms, policy and diplomacy» presso l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Per l’iniziativa, l’Ufficio IV DGMO (Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali), incaricato per i Paesi dell’Africa orientale, Corno d’Africa e Unione Africana, erogherà a beneficio dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) un contributo di 500.000 euro, a valere sui fondi stanziati con Decreto Missioni per l’anno 2025.

Dopo la presentazione, alla quale hanno partecipato anche Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e Nicoletta Bombardiere, direttore generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si è svolta una tavola rotonda dal titolo «Africa 4.0: Between Digitalization and New Cyber Threats», che ha riunito esperti, rappresentanti delle agenzie per la cyber security di Zambia, Kenya ed Etiopia e un rappresentante della Leonardo Cyber & Security Solutions, per discutere il nesso tra trasformazione digitale e nuove minacce informatiche nel continente africano. Il cavo sottomarino Blue Raman (progetto infrastrutturale nato per rivoluzionare le connessioni digitali tra Europa, Africa e Asia, attraverso 20mila chilometri di fibra ottica ad altissima capacità), gli hub di intelligenza artificiale e il rafforzamento delle competenze digitali africane sono tra le priorità del Piano Mattei per l’Africa, per ridurre il «gap divide» tra nord e sud del mondo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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