Un felice Natale (in famiglia) senza canditi

L’impegno a sopravvivere alle festività
Dal film Parenti serpenti © www.giornaledibrescia.it
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E anche quest’anno è arrivato Natale. Caspita, sembra ieri che era estate ed è già inverno pieno. Adesso giusto il tempo di scartare qualche regalo, un brindisi, buone feste di qua, buon anno di là, ed ecco che in un attimo è Pasqua, due uova, una fetta di salame ed è tempo di prova costume. Due tuffi, il falò in spiaggia, le vacanze che volano ed è subito Natale. E siccome il 25 dicembre si avvicina, ecco i miei buoni propositi per le feste.

Sorriderò compiaciuto di fronte a inguardabili guanti di pile (non quelle del telecomando) con sciarpa abbinata, perché «conta il pensiero», e allora lanciamo una campagna contro i brutti pensieri.
Fingerò di interessarmi all’amica che ti racconta la sua dieta a base di solo ananas, perché «dopo le abbuffate voglio ritrovare il mio peso forma»; fingerò empatia con l’amico che la mattina del 26 dicembre va a correre perché «dopo le abbuffate voglio ritrovare il mio peso forma»; fingerò vicinanza al mio vicino di casa che si strafoga di cibo tutto l’anno ma finite le feste va dal dietologo perché «dopo le abbuffate voglio ritrovare il mio peso forma».

A tavola con i parenti mi sforzerò di non mozzare le dita alla zia che toglie i canditi e l’uvetta dal panettone perché «lo rovinano». Sorriderò alla cugina tardo quarantenne che quando si siede a tavola pensa di essere con Alessandro Borghese in una puntata di Quattro ristoranti e critica le lasagne della nonna per l’impiattamento. Ma soprattutto non risponderò a chi mi manda i videini con le frasette «che fanno riflettere», il mio silenzio è lo sforzo concreto a essere più buono

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