Seminando la felicità

A Milano, in quello che era il parco di un grande ospedale dismesso da anni, è sbocciato un orto
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A Milano, in quello che era il parco di un grande ospedale dismesso da anni, è sbocciato un orto. Ma non si tratta semplicemente di riportare in vita un’area verde abbandonata. È molto di più. A coltivare quella terra, oltre ai pensionati della città, c’è un gruppo di disabili mentali, quelli che un tempo avremmo volgarmente chiamato matti. Vangano, seminano, piantano, irrigano e molto altro. Sono insomma dei veri e propri orticoltori. Uno dei giovani volontari che li segue ha spiegato che i pomeriggi passati con loro sono straordinariamente normali. Alla domanda su cosa ritenga essere la normalità, il ragazzo ha spiegato che per lui la normalità è la felicità che si respira in quell’orto. 

Ecco, a quella dichiarazione mi sono profondamente commosso. Perché nel tempo dei social, della vita inutilmente e costantemente fotografata, delle spropositate e feroci offese via web, in una società incattivita da chi punta a trarre vantaggi dalle nostre paure, ecco, in questo mondo che vira troppo spesso al grigio, vedere qualcuno che abbatte le barriere coltivando pomodori col sorriso è qualcosa di meraviglioso. Certo serve impegno, fatica, sudore della fronte a abnegazione. E non sempre il raccolto è esattamente quello sperato. Perché tu metti a dimora la tua piantina di melanzane, ma poi arrivano i parassiti, le intemperie. Devi difenderla e accudirla. In questa società del terzo millennio chi parla di sentimenti è sprezzantemente definito buonista. Non bisogna però arrendersi. E continuare con passione a zappare la felicità. 

 

 

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