Se anche un incubo diventa arte

I danni (pure estetici) degli influencer
L'opera Don't miss a sec - Foto Jannes Linders
L'opera Don't miss a sec - Foto Jannes Linders
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Mangio molto raramente la peperonata, mai la sera, la digerisco a fatica. L’ultima volta, complice l’assenza di alternative commestibili, ne ho gustata una generosa porzione quando ormai l’orologio segnava le nove di sera. Mal me ne incolse, la notte fu un pellegrinaggio continuo verso la cucina per trovare conforto in sorsi di acqua frizzante, notte popolata da sogni spiacevoli, manco a dirlo.

Lo stesso effetto che mi hanno procurato quelle due fette di cotechino sottovuoto che da Natale giacevano beatamente nel mio frigorifero. Pure loro sono finite nel microonde quando il sole era tramontato da tempo. E pure loro hanno portato le accennate conseguenze.

Nel caso specifico mi sono ritrovato in costume adamitico nel bel mezzo della galleria di Elnòs, l’unico conforto era essere in un luogo caro e accogliente come un centro commerciale. Una situazione comunque imbarazzante dalla quale mi sono fortunatamente svegliato.

Un artista (del quale preferisco tacere il nome) ha allestito al Maxxi di Roma un’originale installazione, un bagno pubblico le cui pareti sono specchi che all’interno consentono di vedere l’esterno. Un’esperienza immersiva, come dice chi ne sa. Perché pure i bisogni ora sono instagrammabili, ha spiegato il precitato artista, e infatti la sua creazione è stata subito rilanciata da influencer e content creator. E basterebbe questo a perdere (ulteriormente) speranza nell’umanità. Speranza ridotta a zero nello scoprire l’esistenza di una pagina Instagram che si chiama Cess Advisor e che testa le toilette di tutto il mondo. Pardon, di testa non c’è neppure l’ombra.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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