L’irresistibile voglia di Natale

Mentre vi appropinquiate a leggere queste righe sappiate che nel momento di vergarle, poco prima e immediatamente dopo, io sono beatamente intento a creare l’atmosfera natalizia a casa mia.
Probabilmente mentre state scorrendo la presente riflessione domenicale io sarà impegnato a sistemare le lucine sul mio maestoso abete molto simil vero, dallo scorso anno al piede c’è un molto simil vero tronco che lo slancia come una Louboutin tacco 12, o (se preferite) come un rialzo interno nella scarpa.
Il popolo dei preparatori del Natale sempre più anticipo cresce costantemente; ipnotizzati da quella sfavillante magia pacchianissima tutta declinante sul verde e il rosso, da alberi inopportunamente avvolti nel bianco, ineleganti come calzini candidi in lana leggera sotto un corposo pantalone di velluto a coste blu notte, da renne fosforescenti da mettere anche in bagno, da tazze a forma di Babbo Natale e molto, molto, molto altro ancora. Ci si sentiva financo in colpa a farsi travolgere da cotanta magia, stilosa come un maglione sintetico con applicato al petto un cappello rosso con tanto di ponpon in finta pelliccia.
Finalmente una ricerca, pubblicata sul Journal Of Environmental Psychology, ci dice che addobbare la casa in anticipo aiuta a ritrovare il nostro bambino interiore e che solitamente è tipico di chi sa gestire bene le proprie emozioni. Non solo, chi si porta avanti con le decorazioni è una persona più felice della media. Che meraviglia.
E io che, dopo aver chiesto ad Alexa canzoni natalizie di sottofondo, ed aver messo il finto caminetto scoppiettante in televisione, pensavo di essere un po’ strano. Sono solo troppo felice.
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