La tenacia del sedano che non si arrende

Ammetto, e financo me ne scuso, che in questo periodo ho trascurato l’attività fisica. La mia agenda lavorativa si è fatta particolarmente fitta, ho dovuto anche fare i salti mortali per trovare spazio per la mia fondamentale vita sociale. Le richieste sono sempre copiose, cerco di fare il possibile per non deludere nessuno.
Ma chiaramente lo spazio per me stesso si riduce al minimo. L’altro giorno passando vicino alla cyclette l’ho trovata coperta da un neppure troppo lieve strato di polvere. La panca, persa la sua funzione originaria, è diventata un poggia abiti, una dependance del servo muto insomma. E i pesetti? Loro con discrezione si sono fatti sempre più defilati, ora sono praticamente sotto il letto, li si nota a fatica. Tutto questo mentre si avvicina a lunghi passi la prova costume, ne sono consapevole.
Sicuramente non trascuro il mio orto, che anzi sta iniziando a prendere meravigliosamente forma. Dopo le zucchine e le zucche, ecco arrivare i pomodori. Poi è stato il turno del sedano, nel mettere a dimora le piantine mi sono reso conto che ne avanzava una. Non potevo rompere l’equilibrio di tre file da dieci. È perciò finita nel composter del verde.
Quando l’ho riaperto, dopo qualche giorno, ho trovato quel sedano incredibilmente vigoroso e tonico, per non nulla intenzionato a finire i suoi giorni nell’umido. L’ho preso e piantato, una fila è ora da undici. Che lezione di vita. Mai arrendersi. Sono tornato a casa ed ho iniziato le flessioni. Perché nulla ci ferma.
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