Il rosmarino fiorito

Nonostante le asperità della vita ho mantenuto un animo romantico, ho preservato la capacità di guardare al mondo con gli occhi del fanciullo. Financo commuovendomi qualora se ne presenti l’occasione, mi è accaduto recentemente osservando un rosmarino fiorito.
Siamo abituati a considerarlo solo una pianta aromatica, ma con quei piccoli fiori violetti certifica che è molto di più, che è meravigliosamente molto di più. L’ho intravisto in un vivaio e mi ha profondamente colpito, quello che ho messo a dimora anni fa nel mio orto non fiorisce mai. Probabilmente perché è troppo in ombra, probabilmente perché le mie potature limitano la capacità di esprimere al meglio la sua vera natura. Potremmo addirittura fare una riflessione antropologica, sulla nostra essenza, su come siamo percepiti dal mondo che spesso ci incasella in modelli preconfenzionati, potremmo confrontarci sugli sforzi che quotidianamente mettiamo in campo per vederci riconoscere per ciò che siamo realmente. Ci stavo, appunto, pensando l’altro giorno mentre mi approssimavo a lasciarmi conquistare da una pennichella postprandiale. È un momento della giornata straordinariamente lieto.
La scienza insegna che deve durare meno di mezz’ora, così facendo aiuta il nostro cervello che, appunto grazie a questa tonificante pausa quotidiana, invecchia meglio, dimostrando anche sei anni in meno. Un lifting insomma. Una durata maggiore può essere controproducente. La mia siesta dura tra un’ora e un’ora e mezza. Durante quel tempo sogno beatamente, immaginandomi un radioso rosmarino fiorito.
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