Perdere una figlia cambia la vita, ma si deve ricominciare

AA

Tornavo dopo la celebrazione della S. Messa, celebrata per i «nostri figli in cielo»... silenzio... pensavo a quelle due famiglie con la perdita solo da poco, come sempre gli incontri finiscono tardi, nel dolore non ci sono orari!! Ho socchiuso gli occhi, un po’ di silenzio mi avrebbe rincuorata ne avevo bisogno, il rivivere i primi tempi, mi viene un senso di smarrimento, di angoscia. Tutti noi, ben conosciamo i primi tempi, siamo persone svuotate, non ci rendiamo conto né di chi siamo, né dove siamo, smarriti, dei profughi. Da subito ho compreso che ci vuole del tempo, io non volevo stare così male come i primi tempi, io desideravo andare avanti consapevole che la mia vita non sarebbe stata quella di prima, dovevo costruirne un’altra, una nuova. Abbiamo un prima o un dopo. Prima la mia famiglia era completa, ora sono senza figlia, tornata alla casa del Padre troppo presto, difficile da accettare. Nelle famiglie tutto cambia, abitudini, orari, tono di voce, diverbi inutili, discussioni e... silenzio. Tanto silenzio!! All’improvviso ti ritrovi in una situazione che non è la tua, non sei preparata, arriva come un uragano, dopo il passaggio rimane ben poco, solo devastazione e solitudine. Con quel poco che rimane dobbiamo ricostruire tempi e un nuovo modo di vivere. Spariscono tanti vecchi amici e nascono nuovi rapporti, più veri, più autentici, ci vuole coraggio e forza di volontà e una buona dose di fede, difficile percorso, ma possiamo rinascere, affrontare una nuova vetta. Iniziamo ad apprezzare e a vivere con occhi diversi, dare una maggiore importanza alle cose sino ad allora trascurate o di poca importanza, che ora acquistano una diversa considerazione... resteremo sempre persone con una ferita sempre aperta, ma possiamo farcela. Papa Francesco ha detto: La malattia, come la morte non sono tabù, sono realtà che dobbiamo affrontare alla presenza di Gesù», sono convinta che con l’amore e la preghiera si possono fare grandi passi «piccoli miracoli?». Resteremo sempre persone mutilate, famiglie frantumate ma da questo dolore, da questa esperienza così atroce, la perdita di un figlio/a, si può, si deve ricostruire una nuova vita. Conosco mamme che si sono ammalate di dolore, altre di solitudine, altre prigioniere della loro rabbia, altre sono diventate un terreno così arido dove non si riesce a piantare nemmeno una parola. Il dolore della perdita di un figlio/a le rende incapaci di vivere una vita normale, altre sono sepolte vive, aspettando la fine dei propri giorni come una liberazione. Siamo dei sopravvissuti dopo un uragano ma rischiamo di perderci nel nulla, nella disperazione, di non vivere, di far morire tutto intorno a noi. Sono arrivata a casa, è tardissimo, i nostri ragazzi anche oggi sono stati in nostra compagnia. Quando soffriamo e il nostro cuore piange nel profondo silenzio, mentre le lacrime ci bagnano il viso, adoro pensare che in quel preciso istante Dio mi sta consolando.

// La mamma di Diletta

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