Italia e Estero

Usa, Francia e Gran Bretagna attaccano la Siria

Bombardati siti ritenuti al centro della produzione di armi chimiche del regime di Assad. La Russia: «Ci saranno conseguenze»
Un aereo dell'esercito britannico decolla dalla base di Akrotiri, Cipro - Foto Ansa/Ap Petros Karadjias
Un aereo dell'esercito britannico decolla dalla base di Akrotiri, Cipro - Foto Ansa/Ap Petros Karadjias
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È scattato nel cuore della notte l'attacco minacciato nei giorni scorsi dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Siria, un'azione mirata contro il presunto arsenale di armi chimiche del governo di Assad. 

In azione, nello stesso momento in cui Trump annunciava la decisione alla nazione, mezzi aerei e navali di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, con l'appoggio della Nato. Non si ha notizia al momento di vittime civili. 

Un’azione congiunta contro «barbarie e brutalità», l'ha definita Trump, dopo l'attacco chimico «crimine di un mostro». Theresa May precisa: «Non puntiamo a rovesciare il regime di Assad», ma a «farlo desistere dall'uso di armi chimiche». 

Mosca: «L'attacco non resterà senza conseguenze». Secondo fonti Usa «non è finita». Un terzo dei missili sarebbe stato abbattuto dalla contraerea, riferisce il regime siriano.

La Nato, riferisce una nota, sostiene l'attacco congiuto. Secondo il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, il raid «ridurrà la capacità del regime di condurre ulteriori attacchi contro il popolo siriano con armi chimiche», il cui utilizzo «è inaccettabile». La Nato, conclude, «considera l'uso di armi chimiche come una violazione alla pace ed alla sicurezza internazionale».

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