Italia e Estero

Strage di Ardea: verifiche sulla pistola del padre del killer

L'indagine, tra le altre cose, dovrà in primo luogo chiarire perché Andrea Pignani avesse in casa la pistola del padre
Ardea, il luogo della tragedia - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Ardea, il luogo della tragedia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

Andrea Pignani è uscito di casa ieri mattina intorno alle 11 con felpa, zainetto e guanti e avrebbe percorso con la pistola in pugno alcune strade del comprensorio di Colle Romito ad Ardea. Poi ha puntato la pistola contro le prime persone che ha incontrato, i due bambini e l'anziano. È quanto accertato finora dagli investigatori che stanno ricostruendo i terribili attimi della strage di Ardea

La Procura di Velletri intanto ha avviato un’indagine per omicidio. È quanto si apprende da fonti legali. I magistrati hanno affidato l'indagine ai carabinieri che hanno già nella giornata di ieri cominciato ad ascoltare testimoni. Domani sarà affidato incarico per effettuare le autopsie sulle vittime che verranno svolte presso l'istituto di medica legale del policlinico di Tor Vergata. L'indagine, tra le altre cose, dovrà in primo luogo chiarire perché Andrea Pignani avesse in casa la pistola appartenuta al padre, guardia giurata, morto nel novembre scorso. In questo ambito risposte potrebbero arrivare dalla madre e dalla sorella del killer.

In base a quanto accertato fino ad ora, l'uomo è uscito di casa impugnando l'arma, ha camminato per circa quattrocento metri percorrendo la strada parallela all'abitazione dove vivevano di due bambini. Un primo colpo è stato esploso in direzione di un uomo che trasportava una carriola che però è riuscito a mettersi in salvo. Il killer ha poi raggiunto i giardinetti e ha sparato al più grande dei due bambini, poi ha colpito con un colpo alla nuca un anziano che era intervenuto per soccorrere il piccolo ed infine ha ucciso l'altro bambino. Dopo il blitz di morte, Pignani ha proseguito a piedi e si è andato a barricare nella propria villetta.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia