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Stipendio sospeso per 10 sanitari «no vax»

Un giudice di Belluno ha ritenuto giusta la sospensione: la vaccinazione per medici e sanitari è un requisito essenziale per la professione
La preparazione della dose vaccinale anti-Covid - Foto © www.giornaledibrescia.it
La preparazione della dose vaccinale anti-Covid - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La vaccinazione anti-Covid per i medici e gli operatori sanitari non è obbligatoria, ma rappresenta un requisito essenziale per l’esercizio della professione. Per questo un giudice di Belluno ha ritenuto giusta la sospensione dal lavoro e dallo stipendio di dieci operatori di Rsa nel Bellunese che avevano rifiutato l’immunizzazione.

Una sentenza accolta positivamente dalle organizzazioni di medici e infermieri che sottolineano come, tuttavia, coloro che hanno detto «no» al vaccino rappresentino una minoranza. Il giudice di Belluno ha respinto le richieste di due infermieri e otto operatori sociosanitari che avevano rifiutato di sottoporsi alla somministrazione della dose vaccinale a febbraio e che per questo erano stati sospesi dal lavoro.

I dieci sanitari, all’indomani del rifiuto, erano stati messi in ferie forzate dalla direzione delle Rsa e sottoposti alla visita del medico del lavoro. Il medico aveva dichiarato i sanitari «inidonei al servizio» permettendo così che venissero allontanati dalle loro attività senza stipendio. Gli operatori non vaccinati avevano però fatto ricorso in Tribunale sostenendo che la Costituzione dà libertà di scelta vaccinale, ma il giudice ha ritenuto «insussistenti» le ragioni dei ricorrenti.

Solo circa l’1-2% dei medici ospedalieri - vale a dire tra 1.140 e 2.280 - e un centinaio di infermieri dipendenti del sistema sanitario nazionale su un totale di 254mila hanno sinora rifiutato la vaccinazione, secondo la stima fatta dal maggiore sindacato Anaao-Assomed e dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche.

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