Italia e Estero

Sono più di 2.300 i morti nel terremoto al confine tra Turchia e Siria

Il bilancio delle vittime e dei feriti è destinato a salire dopo il violento sisma della notte scorsa e le 120 scosse di assestamento
  • Alcuni edifici distrutti a Diyarbakir, Turchia, e a Hama, Siria
    Alcuni edifici distrutti a Diyarbakir, Turchia, e a Hama, Siria
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È salito a oltre 2.300 morti il bilancio provvisorio del terremoto che nella notte tra domenica e lunedì ha colpito il confine tra Turchia e Siria. La stima delle vittime è destinata quasi certamente a salire perché sono ancora centinaia i dispersi tra le macerie.

Sono 810 i morti del sisma contati finora nella sola Siria, che si aggiungono a circa 1.500 vittime in Turchia. I feriti in Turchia sono almeno 7.600, mentre in Siria ne sono stati segnalati oltre 1.280. 

L’epicentro del terremoto è stato a nord della città di Gaziantep, nel sud della Turchia, a circa 90 chilometri dal confine siriano. Le città colpite e in cui sono crollati edifici sono comprese in un’area che va dalle città siriane di Aleppo e Hama fino alla turca Diyarbakir. Il terremoto è stato avvertito anche a Cipro, in Libano e in Israele.

Secondo un aggiornamento dell'Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad), dopo il terremoto di stanotte si sono verificate almeno 120 scosse di assestamento. Una è stata particolarmente forte, di magnitudo 7.5, intorno alle 11.30 italiane (le 13.:30 in Turchia), che ha aggravato ulteriormente i danni. Il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha spiegato che questo terremoto è stato mille volte più forte rispetto a quello che nel 2016 ha colpito Amatrice e 30 volte più forte rispetto a quello dell'Irpinia del 1980. 

Nel pomeriggio di oggi l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha osservato un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Turchia e Siria all'inizio della riunione in cui si discutono le priorità per il 2023. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha inoltre assicurato che le Nazioni Unite sono pronte a sostenere gli sforzi di risposta all'emergenza in Turchia e Siria. Anche gli Stati Uniti si sono detti pronti ad aiutare i due paesi colpiti dal terremoto. L’Unione Europea ha già inviato squadre di soccorso in Turchia attraverso il «meccanismo dell’Unione Europea per la protezione civile».

Si tratta del quarto terremoto più violento registrato in quelle zone a partire dal 1668. In quell'anno, infatti, la Turchia venne scossa da due sismi molto forti: il primo, di magnitudo 7,8, arrivò in luglio e provocò un numero di vittime stimato fra 5.000 e 10.000; il secondo, di magnitudo 8, a metà agosto uccise circa 8.000 persone. Per la Siria, un terremoto confrontabile risale al 1202, con una magnitudo stimata di 7,6. Il terremoto più grave recente risale al 1999, quando la Turchia fu colpita da un sisma di magnitudo 7.6 in cui morirono più di 17mila persone. 

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