Italia e Estero

Quirinale, la Lombardia sceglie i grandi elettori

Si tratta di Attilio Fontana, Alessandro Fermi (entrambi della Lega) e il consigliere M5S Dario Violi
  • I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
    I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
  • I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
    I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
  • I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
    I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
  • I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
    I 3 eletti Alessandro Fermi Attilio Fontana e Dario Violi dopo la seduta del consiglio regionale
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Il governatore Attilio Fontana, il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi e il consigliere M5S Dario Violi sono i grandi elettori scelti dalla Lombardia per partecipare alla votazione del prossimo Presidente della Repubblica, a partire dal 24 gennaio.

I tre delegati sono stati votati questa mattina dal Consiglio regionale, a scrutinio segreto. Fontana e Fermi, entrambi della Lega, hanno ricevuto rispettivamente 47 e 31 preferenze. A rappresentare la minoranza, a sorpresa, sarà invece l'esponente dei 5 Stelle Dario Violi che ha ottenuto 22 preferenze, 5 in più del capogruppo del Pd Fabio Pizzul, fermatosi a 17. 

Presenti in aula 75 consiglieri, 75 votanti, una scheda è risultata bianca, mentre erano 5 gli assenti per motivi personali e congedi- i consiglieri Michele Usuelli (PiùEuropa/Radicali), Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti) e Giuseppe Villani (PD), Consolato Gregorio Mammì (M5S), Giacomo Consentino (Lombardia Ideale). Assente la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, che ha ottenuto una preferenza.

Il voto è avvenuto a scrutinio segreto utilizzando due apposite cabine nell'Aula di Palazzo Pirelli. Ogni consigliere regionale poteva esprimere al massimo due preferenze. Al netto dei 5 congedi, i votanti sono stati 75. Tra le altre preferenze espresse, 12 sono andate a Viviana Beccalossi del Gruppo Misto, 8 a Franco Lucente di Fratelli d'Italia, un voto ciascuno al vice presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (Pd), a Letizia Moratti e a Alex Galizzi (Lega). Su due schede è stato riportato il nome di Salvatore Borsellino, una sola è risultata bianca.

«Il nome del centrodestra per il Quirinale è sicuramente Berlusconi. Io spero che ce la faccia, ma le elezioni sono sempre imponderabili. Nel momento in cui non dovesse essere il presidente Berlusconi il candidato, che è la prima opzione per il centrodestra, io credo che la vicepresidente della Regione Letizia Moratti sia un ottimo candidato». Lo ha detto il governatore Attilio Fontana, al termine della seduta del Consiglio regionale per l'elezione dei tre delegati lombardi che parteciperanno alla votazione del Presidente della Repubblica. Letizia Moratti, ha detto Fontana, «ha in più il vantaggio di rappresentare una novità perché sarebbe la prima donna eletta come presidente della Repubblica, oltre alle indubbie capacità che ha dimostrato».

Invitato a fare previsioni, Fontana si limita a dire: «Come andrà è ancora tutto sulle ginocchia di Giove, nel senso che mi sembra che ci stiano ancora lavorando, si stanno ancora incontrando i leader dei partiti, spero si possa trovare una soluzione in modo da arrivare ad una rapida nomina del nuovo presidente della Repubblica. La Lombardia esprimerà sicuramente due voti a favore del centrodestra - ha concluso Fontana perché il centrodestra si è assolutamente dimostrato compatto e solido e quindi anche in quella sede dimostrerà che ha un'unione forte».

E su Draghi commenta così: «Ho sempre sostenuto una cosa, che continuo a sostenere: io credo che Draghi debba lavorare per il Paese, per l' Italia, perché sicuramente è un valore aggiunto. Poi sulle modalità sono questioni di carattere più squisitamente politico: deciderà chi dovrà decidere». 

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