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Ospedale alla Fiera di Milano, la Procura apre un fascicolo

L'indagine avviata dopo un esposto dei Cobas. Bertolaso rassicura: «L'ospedale non verrà chiuso»
La Fiera di Milano - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
La Fiera di Milano - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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A seguito di un esposto dell'Adl Cobas Lombardia, la Procura di Milano, come atto dovuto, ha aperto un fascicolo conoscitivo, senza ipotesi di reato né indagati al momento, sulla realizzazione dell'ospedale anti-Covid nei padiglioni della Fiera.

L'apertura di un'indagine, al momento conoscitiva senza ipotesi di reato né indagati, è un atto dovuto a seguito dell'esposto presentato dal sindacato nei giorni scorsi. Del fascicolo se ne occupa il dipartimento di contrasto ai reati nella pubblica amministrazione guidato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. 

Il sindacato Cobas nell'esposto chiedeva ai pm di fare accertamenti e valutare eventuali profili di responsabilità in merito alla costruzione dell'ospedale. Nella denuncia, firmata dal portavoce del sindacato Riccardo Germani e depositata tramite l'avvocato Vincenzo Barbarisi, si segnala che l'operazione della costruzione della struttura modulare in Fiera «presenta delle criticità già dal giorno successivo alla decisione di pubblicizzazione da parte di Regione Lombardia della Fondazione Fiera Milano per la lotta al Coronavirus». 

Criticità relative anche «alle cospicue donazioni arrivate da parte dei privati (...) per un totale di 21 milioni di euro» a questa Fondazione. In sintesi, secondo l'esposto, l'ospedale in Fiera, nonostante sia stato costruito con i fondi privati, a detta del sindacato che ha sempre sostenuto la possibilità di utilizzare una parte dei padiglioni dismessi e «con gli impianti funzionanti» dell'ospedale di Legnano, si è rivelato «uno spreco di risorse». E questo in quanto «proprio nel momento di maggiore criticità, tali fondi sarebbero potuti essere impiegati diversamente ad esempio facendo i tamponi ai medici, ai pazienti e al personale delle Rsa, investendo sulle strutture per la quarantena dei pazienti positivi, ma non guariti per evitare focolai domestici - si legge ancora nella denuncia - creando squadre di medici per intervenire ai primi sintomi a domicilio per evitare l'ospedalizzazione». Secondo le accuse del sindacato, «ha prevalso la necessità propagandistica (...) sul bene rappresentato dalla salute pubblica»

Adl Cobas Lombardia ha chiesto anche di «verificare se la tutela degli interessi privati abbia avuto prevalenza rispetto alla prioritaria tutela della salute pubblica» nella costruzione dell'ospedale in Fiera, soprannominato «astronave» da Guido Bertolaso, consulente speciale incaricato per l'operazione dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.

Proprio Bertolaso è intervenuto questa mattina sul tema durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. «Con il presidente Fontana siamo già d'accordo che lui e anche l'ente Fiera, in tempi rapidissimi, renderanno pubblici sul loro sito tutti i soldi che hanno ricevuto e da chi li hanno ricevuti e come li stanno spendendo». 

«È vero - ha poi aggiunto - ho avuto una conversazione telefonica con un cittadino di Milano perché avevo letto che lui era seccato del fatto che aveva donato 10.000 euro per realizzare l'ospedale in Fiera Milano e poi aveva letto da qualche parte che l'ospedale sarebbe stato smantellato e, molto giustamente chiedeva se questa notizia fosse stata vera».

A dire il vero, la notizia non era uscita «da qualche parte». Era stato Antonio Pesenti, direttore del reparto di terapia intensiva del Policlinico e capo della task force lombarda per la gestione delle terapie intensive durante l'emergenza Covid-19 ad avere ipotizzato la chiusura in un'intervista a Fanpage. «Penso che a breve chiuderemo le attività della Fiera, se le cose vanno avanti così».

Bertolaso ha spiegato invece di avere ricevuto rassicurazioni dal presidente Fontana riguardo al fatto che l’ospedale, in cui finora sono state ricoverate 25 personeresterà aperto. «Allora facciamone un Covid hospital completo, come gli ho detto fin dal primo giorno - ha spiegato -. Per la seconda fase dell'epidemia che verrà il prossimo inverno dovete completare l'ospedale, ci deve essere un ospedale Covid, dove c'è la rianimazione, che era cosa più difficile da fare, ma anche il pronto soccorso e il triage e i letti di bassa intensità». Questo, conclude, «è quello che si deve fare, spero verrà fatto in Lombardia».

 

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