Italia e Estero

Nikolajewka, sfregiato con la Z di Putin il Ponte dell’amicizia

Anche le Penne nere sono finite nel mirino dei russi. Lo sdegno degli Alpini: «Noi siamo portatori di pace»
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SFREGIO SUL PONTE DELL'AMICIZIA
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La propaganda russa accentua i toni astiosi contro chiunque contrasti, a qualunque livello, la guerra di aggressione all’Ucraina, che a Mosca è obbligatorio chiamare «Operazione speciale». Tra i bersagli della disinformazione sono rientrate adesso persino le penne nere dell’Associazione nazionale alpini. Su alcune pagine web russe sono infatti comparse prese di posizione oltranziste (peraltro non nuove nella regione di Voronezh) che chiedono la rimozione nella città di Rossosch del monumento che ricorda tutti i Caduti in terra di Russia nella Seconda guerra mondiale (definito «tomba dell’ignoto fascista») e a Livenka/Nikolajewka quella delle sagome stilizzate degli alpini sulle sponde del Ponte dell’amicizia, costruito dall’Ana nel 2018. In realtà, sul cippo di Rossoch sono stilizzati sia il cappello alpino sia la stella dell’Armata Rossa e la targa sotto di essi ricorda: «Da un tragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione».

Sfregio

Il sito pubblica anche fotografie in cui si vede la ormai celebre «Z» bianca dipinta «per denazificare» la struttura su una delle sagome degli alpini che ornano le sponde del ponte, mentre una lunga lamiera nera imbullonata copre cappelli e penne delle stesse figure. Il sito Bloknot-voronezh.ru accusa le autorità locali di non voler eliminare i «simboli degli alpini fascisti», affermando anche che alcuni di questi combatterebbero a fianco dei «nazisti ucraini» e se la prende pure con «gli alpini di Brescia», rei di aver «gettato con arroganza un ponte coi nazisti di Livenka» senza chiedere niente a nessuno.

Reazione

Il testo della lettera di Favero - © www.giornaledibrescia.it
Il testo della lettera di Favero - © www.giornaledibrescia.it

L’Associazione nazionale alpini - per voce del presidente, Sebastiano Favero (che ha scritto anche una lettera di protesta all’ambasciatore russo a Roma) - ha respinto ogni insinuazione, sottolineando che a Rossosch oltre al cippo sorge l’Asilo Sorriso, una bellissima scuola materna per 180 bambini costruita e donata alla città nel 1992 proprio dalle penne nere, su un’idea del bresciano Ferruccio Panazza, allora vice presidente Ana. Così come il Ponte di Nikolajewka, costruito (con grande concorso di ditte e alpini bresciani) in segno di riconciliazione dopo la firma, a Palazzo Loggia, del Patto di fratellanza tra Ana e popolazioni russe di quella provincia, patto rinnovato a Birjuc prima dell’inaugurazione del ponte. L’Ana ha ovviamente smentito poi qualunque coinvolgimento in operazioni belliche, ricordando la sempre dimostrata volontà di pace e solidarietà, che anche oggi prosegue a favore delle popolazioni colpite dalla guerra.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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