Italia e Estero

’Ndrangheta in Lombardia, «Milano come San Luca»

«Vogliono mettere in piedi San Luca a Milano ... al nord»: lo dice uno degli indagati nell'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Lombardia
Un fermo-immagine di un filmato girato dai Carabinieri durante l'inchiesta
Un fermo-immagine di un filmato girato dai Carabinieri durante l'inchiesta
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«Vogliono mettere in piedi San Luca (...) San Luca a Milano ... al nord». 

Così uno degli arrestati nel maxi blitz contro le infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia, che ha portato agli arresti domiciliari per corruzione anche il sindaco di Seregno (provincia di Monza e Brianza), parlava delle mire espansionistiche (il riferimento è a San Luca, piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, noto per una faida) delle cosche in relazione ad un grosso traffico di cocaina nel Comasco. 

È una delle intercettazioni agli atti dell'inchiesta condotta dal Comando provinciale dei carabinieri di Milano. In altre telefonate captate dagli investigatori i presunti affiliati alla 'ndrangheta parlavano anche di «mitra» e «kalashnikov». 

Nell'inchiesta, tra l'altro, sono coinvolti anche altri due politici locali di Seregno: un consigliere comunale è stato posto agli arresti domiciliari, mentre per un assessore, Gianfranco Ciafrone, è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici.

 

 

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