Italia e Estero

La prima pietra, una scuola, una storia di fratellanza

Il valore della solidarietà nell'impegno bresciano a favore di Gualdo nell'editoriale del direttore Nunzia Vallini
SETTE MESI PER LA NUOVA SCUOLA DI GUALDO
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La pietra come scelta. Scelta del fare. Prima ancora: scelta dell’essere. Dell’esserci. Ed è così che con la posa della prima pietra ieri abbiamo dato forma ed espressione alla volontà di esserci, di impegnarci per qualcosa di nuovo, per la rinascita. È la scuola che va oltre il terremoto. La scuola promessa. E garantita. Scuola che ancor prima di essere edificata, i bambini di Gualdo hanno voluto colorare con le tinte dell’arcobaleno, trasformando le pietre del vecchio edificio in viatico di fratellanza che lega a filo doppio il paese marchigiano con la nostra provincia.

L’hanno ben compreso, le genti di Gualdo, che dentro la cerimonia di posa della prima pietra in marmo targata Bs (e contornata dalle ultime-prime pietre rinfrescate di vernice e posate dai bimbi sul tricolore) ci sono due comunità diventate sorelle perchè capaci di specchiarsi l’una nell’altra, in un dare e ricevere reciproco, dove al tratto verde che disegna la leonessa di Brescia sul sasso giallo corrisponde, a colori invertiti, la pietra con il galletto, simbolo di Gualdo.

Non è solo la solidarietà che ci ha portato nelle Marche del terremoto. C’è molto di più: c’è un’intera comunità, la nostra, che ha cercato e trovato il senso di sè attraverso il gesto del dono collettivo, moltiplicandone quindi potenza ed efficacia. Ci abbiamo messo poco a raccogliere i fondi sufficienti per realizzare l’edificio; ci metteremo poco a costruirlo, cercando di recuperare il tempo assorbito dai rivoli burocratici affrontati e superati guardando dritti alla meta: il dare. Che contestualmente è anche un ricevere, al di là delle pietre.

A Gualdo, i bresciani, prima ancora della scuola hanno saputo dare forma alla speranza. Hanno detto a se stessi, prima ancora che agli altri, che rinascere si può. Ed è bello farlo insieme. La forza ritrovata è il dono antisismico per eccellenza, donato e ricevuto in stretta reciprocità. Lo ripete da mesi il sindaco Zavaglini. Gli hanno fatto eco ieri le mamme, i papà, i nonni e le insegnanti dei bambini che il prossimo anno scolastico verranno accolti nella nuova e sicura struttura.

Corale la richiesta - a noi del GdB - di farci messaggeri di ritorno per diffondere il grazie collettivo. Onere che raccogliamo volentieri rivolgendoci ai tanti che hanno aderito all’appello «Non lasciamoli soli»: dalla signora Tiziana che per prima, il 26 agosto dello scorso anno, ha arricchito il «tesoretto» messo in campo dai primi dieci grandi sottoscrittori, al signor Antonio, che il suo contributo lo ha dato solo tre giorni fa. In mezzo ci stanno altre tremilacinquecento donazioni, che non equivalgono ad altrettanti benefattori: questi sono molti, molti di più.

Perchè la verità dei numeri offre la cifra dei versamenti sul conto corrente dedicato, e non quella dei donatori che stanno a monte e che hanno aderito alle collette familiari, scolastiche, parrocchiali, aziendali, associative ed istituzionali. In quei 3.500 ci sono donazioni singole ma anche di gruppo e di intere categorie. Idealmente ieri a Gualdo c’erano tutti.

Noi con e per loro, con la rinnovata promessa di documentare - pietra su pietra - la scuola della rinascita capace di guardare oltre il sisma. Tutti insieme.

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