Italia e Estero

La prima giornata del nuovo parlamento va in bianco

Non c’è accordo sui presidenti di Camera e Senato dopo lo strappo sull’asse Cinque stelle-Centrodestra
FUMATA NERA
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Vincono le schede bianche e la prima giornata del nuovo parlamento si chiude senza una soluzione. Non c’è accordo sui presidenti di Camera e Senato dopo lo strappo sull’asse Cinque stelle-Centrodestra. 

Dodici i bresciani alla prima della 18esima legislatura. Otto alla Camera e quattro al Senato. A Montecitorio la truppa bresciana più folta è quella leghista con Bordonali, Lorenzoni, Donina e Formentini. Due votazioni e riunioni continue non hanno partorito l’intesa. Tutto rinviato, almeno di 24 ore con il rischio concreto che i giochi si risolvano solo domenica. Per via di un regolamento diverso il Senato avrà il suo nuovo presidente domani. Ma la partita è ancora tutta da giocare. 

«Non abbiamo detto no a Paolo Romani, ma no ai condannati» spiega il bresciano Vito Crimi. «Il centrodestra sembra non sentire e continua a proporre Romani. Cerca la sfida» aggiunge.

«Romani è valido e i Cinque Stelle usano solo un pretesto per non rispettare gli accordi» replica Adriano Paroli, tornato a Roma dopo cinque anni e per la prima volta tra i banchi del Senato. A Palazzo Madama è stato però il leghista Stefano Borghesi il bresciano più in vista. Nella seduta presieduta da Giorgio Napolitano è stato tra i sei più giovani senatori scelti per l’ufficio di presidenza. «È stata una grande emozione» commenta mentre sulle scelte delle prossime ore si troverà dietro al ritornello di ogni leghista «decide Matteo Salvini».

 

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