Italia e Estero

I dubbi su «Sputnik V», il vaccino russo contro il coronavirus

Preoccupa la velocità dell'operazione: il vaccino è stato registrato a una sola settimana dall'inizio della fase 3 della sperimentazione
Una provetta in un laboratorio - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
Una provetta in un laboratorio - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
AA

A poche ore dall’annuncio fatto dal presidente Vladimir Putin del primo vaccino contro il coronavirus approvato e registrato in Russia a soli due mesi dall’inizio dei test, arrivano le reazioni negative da parte degli osservatori a livello internazionale. 

Putin ha dichiarato che il vaccino si è dimostrato efficace, ma c’è preoccupazione per la rapidità con cui è stato sviluppato. «Perché tutte le società stanno seguendo le regole e quelle russe non lo stanno facendo? Le regole per i test clinici sono scritte col sangue e non possono essere violate», ha dichiarato, citata dall'agenzia Bloomberg, la direttrice esecutiva dell'Assoziazione di organizzazioni per ricerche cliniche, Svetlana Zavidova. «Questo - ha proseguito - è un vaso di Pandora e non sappiamo cosa accadrà alle persone a cui è stato iniettato un vaccino non provato». La testata indipendente Meduza aveva scritto nei giorni scorsi che la stessa associazione aveva chiesto al ministero della Salute russo di rinviare la registrazione del vaccino poiché non era stato testato «nemmeno su un centinaio di persone». Inoltre il vaccino russo si basa su un vaccino Mers (Middle East respiratory syndrome), che è ancora in fase di sperimentazione e quindi «non ci sono motivi per trarre conclusioni sulla sua efficacia».

Dietro la corsa al vaccino c'è anche la ricerca di prestigio internazionale. Basti pensare che la fase 3 è stata lanciata in Russia la settimana scorsa: normalmente dovrebbe durare mesi, ma nonostante ciò il vaccino è già stato registrato. Il 4 agosto, inoltre, l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha sottolineato che qualsiasi vaccino contro il coronavirus deve essere «sicuro» e rispettare i protocolli e le regole esistenti, prima di essere utilizzato. «Siamo in stretto contatto con i russi e le discussioni continuano. La prequalifica di qualsiasi vaccino passa attraverso procedure rigorose», ha affermato a questo proposito il portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tarik Jasarevic. Ad ogni modo, sembra che il vaccino sarà messo in circolazione il primo gennaio 2021, secondo il National drug registry del Ministero della salute, consultato dalle agenzie di stampa russe. Sarebbe a questo punto imminente la produzione di migliaia di dosi di vaccini contro il coronavirus e di «diversi milioni» dall'inizio del prossimo anno. 

Che dietro l’annuncio ci sia una buona dose di propaganda è sempre più chiaro. Basti citare il fatto che il nome del vaccino sarà «Sputnik V» per analogia con il lancio del primo satellite artificiale terrestre nel 1957, come riporta il sito ufficiale del prodotto sviluppato dal centro di ricerca Gamaleya in collaborazione con il Ministero della difesa. «Lo Sputnik-1 ha intensificato la ricerca spaziale in tutto il mondo. Il nuovo vaccino russo contro il Covid-19 ha creato un "momento Sputnik" per la comunità mondiale. Dunque il vaccino è stato chiamato Sputnik V», si legge sempre online. La Russia avrebbe inoltre già ricevuto richieste dall’estero, ha detto il capo del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdfi) Kirill Dmitriev durante una conferenza online. «Vediamo un grande interesse all'estero per il vaccino russo. Abbiamo ricevuto richieste preliminari per l'acquisto di oltre 1 miliardo di dosi di vaccino da 20 Stati».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia