Italia e Estero

I dati del contagio da coronavirus in Italia

Complessivamente 165.155 persone in Italia sono risultate positive al coronavirus finora, 2.667 in più rispetto al consuntivo di ieri
Un uomo al balcone durante il lockdown - Foto Ansa/Massimo Percossi © www.giornaledibrescia.it
Un uomo al balcone durante il lockdown - Foto Ansa/Massimo Percossi © www.giornaledibrescia.it
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Complessivamente 165.155 persone in Italia sono risultate positive al coronavirus finora, 2.667 in più rispetto al consuntivo di ieri. Attualmente sono 105.418 le persone positive. Lo ha reso noto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. 

Sono 38.092 le persone guarite, con un aumento di 962 unità rispetto a ieri. I deceduti sono 21.645, 567 in più rispetto al dato complessivo alla data di ieri.

I ricoverati con sintomi sono ora 27.643, quelli in terapia intensiva 3.079 (-107 rispetto a ieri). In isolamento domiciliare 74.696 persone. I tamponi eseguiti nel Paese sono stati finora 1.117.404 (43.715 nelle ultime 24 ore, contro i 26.779 di ieri).

Nel dettaglio i casi attualmente positivi sono 32.921 in Lombardia, 13.577 in Emilia-Romagna, 13.195 in Piemonte, 10.789 in Veneto, 6.417 in Toscana, 3.464 in Liguria, 3.097 nelle Marche, 4.047 nel Lazio, 3.087 in Campania, 2.104 nella Provincia autonoma di Trento, 2.573 in Puglia, 1.394 in Friuli Venezia Giulia, 2.081 in Sicilia, 1.810 in Abruzzo, 1.576 nella Provincia autonoma di Bolzano, 582 in Umbria, 870 in Sardegna, 819 in Calabria, 548 in Valle d'Aosta, 261 in Basilicata e 206 in Molise.

Nel corso della conferenza stampa, Borrelli ha anche affrontato il tema delle Rsa, su cui sono in corso indagini da parte della magistratura. «Come dipartimento nazionale stiamo inviando i nostri infermieri e i nostri medici nelle Rsa, l'emergenza che c'è oggi è a livello territoriale non negli ospedali, questo è quello che stiamo mettendo in campo». 

«La questione delle strutture extraospedaliere è fondamentale, serve un ripensamento per un riadeguare gli standard di cura - ha aggiunto Ranieri Guerra dell'Oms -. Il massacro che abbiamo visto nelle Rsa deve essere un'occasione per rivedere il sistema dell'assistenza e delle cure. Poi serve un forte rafforzamento duraturo del sistema territoriale sanitario. La seconda fase di gestione dell'epidemia passa per il sistema di assistenza territoriale».

 

 

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