Elezione presidente della Repubblica, i delegati lombardi

La Regione Lombardia si prepara ad indicare i propri tre delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica. Le votazioni si terranno in occasione della prossima seduta del Consiglio regionale che è stata fissata in calendario martedì 11 gennaio. Al momento, tuttavia, due delle tre caselle sono vuote e un po’ di incertezza regna in vista del voto. L’unico certo di essere a Montecitorio il 24 gennaio alle 15 è il presidente della Regione, Attilio Fontana (e sarebbe strano il contrario). La prassi vuole che la delegazione lombarda (e più in generale quella di tutte le regioni) sia composta dal governatore, dal presidente del Consiglio regionale in rappresentanza della maggioranza consiliare e da un esponente dell’opposizione.
In passato
Così è stato nel 2015 quando a Roma, in occasione del voto che portò all’elezione di Mattarella, andarono il presidente Roberto Maroni, Raffaele Cattaneo, e l’allora capogruppo del Pd (e oggi senatore) Alessandro Alfieri. Due anni prima furono sempre Maroni, Cattaneo e Umberto Ambrosoli che proprio con il leghista aveva perso la corsa alla presidenza della Regione. Tutto chiaro solo che oggi la situazione al Pirellone è un po’ più complessa nel senso che il presidente del Consiglio Regionale, Alessandro Fermi, lo scorso settembre è passato da Forza Italia alla Lega. Quindi se dovesse far parte della delegazione sarebbe un secondo leghista insieme a Fontana, una situazione non certo gradita ai forzisti che già da settembre chiedono una compensazione dopo il cambio di casacca di Fermi.
La situazione oggi

Sulla carta e guardando i numeri bulgari di cui dispone la Lega in consiglio regionale (ben 30), all’atto del voto segreto con cui vengono scelti i delegati (ogni consigliere può esprimere due preferenze) potrebbe fare cappotto e prendersi anche il secondo. Ma nel Carroccio sembra prevalere la linea della ragionevolezza e nessuno vuole rompere con gli alleati di centrodestra, quindi potrebbe essere indicato un nome di Forza Italia. Una possibilità potrebbe essere il capogruppo forzista in Consiglio, ovvero Gianluca Comazzi.
Ma l’ipotesi sicuramente più suggestiva è quella dell’attuale assessore al Welfare e vicepresidente regionale, Letizia Moratti (che in cuor suo potrebbe addirittura andare a Roma con qualche asso in tasca). La Moratti sarebbe sicura la figura più in vista del centrodestra non leghista e sicuramente darebbe quel senso di compattezza, almeno sulla carta, nei confronti della candidatura di Berlusconi. Anche in opposizione la situazione è più complessa che nelle precedenti occasioni, questo perché ci sono due forze politiche consistenti: il Pd con 14 consiglieri e il Movimento 5 Stelle con 11 (e due nel gruppo Misto).

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