Italia e Estero

Dalla Spagna alla Francia: il coronavirus fa tremare l'Europa

Il Vecchio Continente è alle prese con una recrudescenza del virus, nuovi lockdown e restrizioni a macchia di leopardo
Disinfezione in atto a Madrid, dove sono tornate le zone rosse - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Disinfezione in atto a Madrid, dove sono tornate le zone rosse - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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La pandemia continua a colpire duro. Secondo l'Oms la scorsa settimana ha fatto registrare un triste record di contagi da coronavirus nel mondo, con 2 milioni di casi. Ora dall'inizio della pandemia si contano 30,6 milioni di casi e 950mila morti. E se nessuno dei continenti viene risparmiato da un significativo aumento dei contagi, a destare maggior preoccupazione è la situazione che si vive proprio in Europa.

SPAGNA
Nel Vecchio continente, infatti, i contagi sono ormai più di 5 milioni. È allarme in Spagna dove si sono raggiunti i 4.000 nuovi contagi nelle ultime 24 ore a fronte di 130 decessi in un sol giorno. Tantissimi, eppure pochi rispetto a quelli contati il giorno precedente: ben 241, quanti bastano per lasciare il Paese sotto choc e imporre nuove misure drastiche, con il Governo centrale che chiama anche medici dell'Esercito in prima linea e istituisce 37 zone rosse. Specie nella falcidiata regione di Madrid, che ha a sua volta invocato l'esercito per gestirle visto che al loro interno quasi un milione di spagnoli sono costretti all'isolamento.

Un agente della polizia spagnola indossa la mascherina per strada a Madrid - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Un agente della polizia spagnola indossa la mascherina per strada a Madrid - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

REGNO UNITO
Londra si prepara alla nuova stretta annunciata da Boris Johnson
per cercare di frenare un rimbalzo di contagi da coronavirus che accelera oltre i 6.000 casi stimati nel Regno Unito, un Paese ormai in regime di semi-libertà, con oltre 15 milioni di persone tornate in lockdown. E sembra farlo mugugnando un po' dappertutto, a cominciare dai pub dove da domani l'ultima campanella del coprifuoco alcolico suonerà in anticipo, alle 10 di sera. Una misura introdotta per limitare i contatti interpersonali tra gli avventori che - si suppone - a fine serata, e con qualche pinta di birra in più sullo stomaco, rischiano di essere meno inclini che mai a rispettare cautele sanitarie cui molti sudditi di Sua Maestà recalcitrano talora pure da sobri. Come il premier conservatore è stato costretto infine a riconoscere, rivolgendo alla nazione un appello fermo come mai prima «alla disciplina» e alla responsabilità individuale.

Chiusura anticipata per i pub del Regno Unito come misura anti-covid - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Chiusura anticipata per i pub del Regno Unito come misura anti-covid - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

FRANCIA
Con numeri da piena emergenza, oltre 10mila contagi al giorno, si sta confrontando invece la Francia, dove è stato convocato un consiglio di difesa, con i ministri attorno al presidente Emmanuel Macron. Le preoccupazioni più grandi in questa fase si concentrano su Parigi, in cui le misure restrittive sono considerate indispensabili. Nella capitale il tasso di incidenza del virus è salito ed ha toccato i 204 casi su 100.000 persone, al di sopra del dato registrato a Lione e Marsiglia. Sul tavolo di Comune e Prefettura sono stati messi, fra l'altro, il divieto di vendita di alcol dopo le 20, il limite di assembramento a 10 persone e quello di partecipazione a grandi eventi da 5.000 a 1.000. Nessun giro di vite, invece, sui trasporti né sulle aperture di bar e ristoranti, per la decisa opposizione della sindaca Anne Hidalgo, che non vuole colpire ulteriormente la vita economica e sociale.

Con la mascherina nel cortile del Louvre - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Con la mascherina nel cortile del Louvre - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

GERMANIA
Neanche la Germania è al riparo: il peggio deve ancora arrivare, avvertono i suoi esperti, nel giorno in cui anche il ministro degli Esteri Heiko Mass si è messo in quarantena a scopo precauzionale. La Germania, rispetto agli altri grandi Paesi europei, ha subìto un impatto più lieve durante la prima ondata. E l'evoluzione dei nuovi contagi per ora resta sotto la soglia media dei 2.000. Ora, però, «dobbiamo cambiare alcune cose perché la pandemia inizierà seriamente soltanto adesso. Anche da noi». L'avvertimento è arrivato da Christian Drosten, virologo dell'ospedale Charité che rappresenta una delle voci più autorevoli del panorama scientifico nazionale. «Non abbiamo fatto le cose meglio degli altri finora, abbiamo soltanto reagito prima», ha sottolineato, invitando le autorità e la popolazione a non abbassare la guardia e a non trattare la questione con superficialità, con «modi da stadio».

La mascherina è poco in voga in Germania - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
La mascherina è poco in voga in Germania - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

SVIZZERA
Persino la Svizzera conosce casi clamorosi di diffusione del coronavirus. Il principale viene da Losanna, dove circa 2.500 studenti della prestigiosa Ecole hotelière de Lausanne (EHL) - i tre quarti del totale degli allievi - sono stati messi in quarantena dopo la comparsa di numerosi focolai di coronavirus sviluppatisi dopo una festa privata. Lo hanno annunciato le autorità del locale cantone di Vaud. Fondata nel 1893, EHL è spesso citata come la migliore scuola alberghiera del mondo frequentata da ragazzi di un centinaio di nazionalità diverse. Dall'inizio della pandemia, il numero totale di morti è salito a 1.772 e il numero di persone ricoverate è di circa 4.800 casi. In totale, in questo Paese alpino sono stati confermati circa 51.000 casi di Covid-19.

Al luna park di Losanna: giochi pubblici aperti, ma obbligo di indossare la mascherina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Al luna park di Losanna: giochi pubblici aperti, ma obbligo di indossare la mascherina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

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