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Covid, Gimbe: +153% casi in sette giorni

I posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19 restano stabili al 15% a livello nazionale
Una donna si sottopone al tampone - © www.giornaledibrescia.it
Una donna si sottopone al tampone - © www.giornaledibrescia.it
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«Nell'ultima settimana si registra un'esplosione di nuovi casi di Covid-19 che volano oltre quota 810mila, con un incremento del 153% rispetto a quella precedente». Lo rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe, che, nella settimana 29 dicembre-4 gennaio, rispetto alla precedente, registra anche +8,9% dei decessi, passati da 1.012 a 1.102. In 7 giorni raddoppiano i casi attualmente positivi. 

Continua a scendere, invece, sottolinea il report Gimbe, la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi: in particolare la media mobile a 7 giorni per l'area medica si è ridotta dal 2,42% del 14 dicembre all'1,22% del 4 gennaio e per le terapie intensive dallo 0,30% del 14 dicembre allo 0,14% del 4 gennaio.

«Vari i fattori - spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta - alla base di questa riduzione: dall'identificazione di un maggior numero di casi asintomatici-paucisintomatici all'incremento di coperture vaccinali e richiami; dall'aumento del numero delle persone guarite all'elevato numero di casi tra gli under 30, meno soggetti a forme severe di malattia; dal minor tasso di ospedalizzazione con Omicron al fatto che l'impatto dell'enorme numero di contagi dell'ultima settimana non è ancora visibile sugli ospedali».

Anche se l'impatto sui ricoveri in area medica e in terapia intensiva viene «ammortizzato» dalle coperture vaccinali, prosegue Cartabellotta, «la crescita vertiginosa di casi sta portando ad una silenziosa e pericolosa congestione degli ospedali che, oltre a ridurre le capacità assistenziali verso pazienti non Covid-19 e a mettere a dura prova la resilienza di professionisti e operatori sanitari, rischia di mandare in tempi brevi diverse Regioni in zona arancione e nel medio periodo qualcuna in zona rossa»

I posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19 restano stabili al 15% a livello nazionale ma crescono in 10 regioni in 24 ore: Campania (raggiungendo il 9%), Emilia Romagna (16%), Friuli (17%), Lazio (19%), Puglia (8%), Sicilia (14%), Toscana (16%), Umbria (13%), Valle d'Aosta (15%), Veneto (20%).

Il tasso è stabile, ma oltre la soglia del 10%, in Abruzzo (13%), Calabria (15%), Liguria (21%), Lombardia (15%), Marche (21%), PA di Trento (24%), Piemonte (19%), Toscana (15%). In calo nella PA di Bolzano (18%). È quanto emerge dal monitoraggio Agenas, che confronta i dati del 5 gennaio con quelli del giorno prima.

Non decollano le vaccinazioni anti-Covid in età pediatrica: nella fascia tra 5 e 11 anni, in tre settimane, hanno raggiunto quota 401.532 somministrazioni. Al 5 gennaio sono state, invece, somministrate 20.977.634 terze dosi: in base alla platea ufficiale di circa 31 milioni di persone, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 67,7% ma con nette differenze regionali: dal 54,6% della Sicilia al 76,9% della Valle D'Aosta.

Il numero dei tamponi è passato da 5.175.977 della settimana 22-28 dicembre a 6.487.127 del 29 dicembre-4 gennaio (+25,3%), per l'incremento sia dei rapidi (+23,9%) che dei molecolari (+28,8%). Impenna anche il tasso di positività: dal 28 dicembre al 4 gennaio la media è salita dal 2,8% all'8,2% per gli antigenici e dal 15% al 24% per i molecolari. «L'enorme aumento della circolazione virale - spiega il presidente Nino Cartabellotta - è dovuta sia al dilagare di Omicron che per l'incremento dei contatti sociali durante le feste. L'impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane».

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