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Coronavirus, Iss: «Decisivi i prossimi 7 giorni»

Il presidente dell'Istituto superiore di sanità: «Nel weekend capiremo se le misure di contenimento hanno rallentato l'epidemia»
Il check point sanitario al Civile di Brescia - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Il check point sanitario al Civile di Brescia - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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«Alla fine della settimana capiremo se e quanto le misure di contenimento messe in campo hanno rallentato l'epidemia. Ci attendiamo risultati positivi, sono ottimista. Chiediamo collaborazione a tutti i cittadini. Il loro aiuto è importante per interrompere la catena di infezioni. Ciascuno di loro con i suoi comportamenti quotidiani può fare la sua parte».

A dirlo è il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, intervistato da Repubblica e Corriere della Sera. «Noi abbiamo fatto tutto il possibile. Prima di 10-14 giorni dall'avvio degli interventi di contrasto e della creazione delle zone rosse non possiamo però valutare l'efficacia di questa sorta di cintura costruita attorno ai focolai in Lombardia e Veneto», spiega Brusaferro.

«I casi che vediamo moltiplicarsi in questi giorni riguardano infezioni contratte probabilmente prima che ci organizzassimo. L'aumento esponenziale, circa 1.700, era atteso. Se, come speriamo, dal fine settimana la curva scenderà, significa che abbiamo lavorato nella giusta direzione».

Sull'ingresso del coronavirus in Italia, «stiamo ricostruendo le curve epidemiologiche. È verosimile che sia entrato già a gennaio, ma non ci sono ancora dati che mi permettano di confermarlo», dichiara Brusaferro. In merito alla decisione del governo di riaprire gli esercizi pubblici nelle tre regioni più colpite rispettando la distanza di un metro tra le persone, «sappiamo che il virus si diffonde attraverso delle goccioline che emettiamo con il naso e soprattutto con la bocca. Sono abbastanza pesanti e mediamente hanno un raggio di ricaduta entro un metro dalle vie aeree. La cosiddetta distanza droplet è appunto un metro dalla persona infetta. L'idea è che nei locali si possa mantenere la distanza tra gli avventori. Possono stare aperti se seguono questa regola», conclude Brusaferro.

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