Italia e Estero

Copyright, il Parlamento europeo approva la riforma

438 voti a favore, 226 contro e 39 astensioni: tante le reazioni politiche dopo il voto
Il Parlamento europeo, a Strasburgo - Foto Ansa/Epa Patrick Seeger
Il Parlamento europeo, a Strasburgo - Foto Ansa/Epa Patrick Seeger
AA

Il Parlamento europeo ha approvato oggi la proposta di riforma del Copyright. La posizione del Parlamento europeo sulla riforma del copyright è stata approvata dalla plenaria di Strasburgo con 438 voti a favore, 226 contro e 39 astensioni. È stato anche adottato a maggioranza il mandato per cominciare i negoziati con Consiglio e Commissione Ue, necessari per arrivare alla definizione del testo legislativo finale. «È un buon segnale per l'industria creativa e culturale europea», ha dichiarato il relatore del provvedimento, il popolare tedesco Axel Voss, ringraziando i colleghi per «il risultato ottenuto insieme».

«La direttiva sul diritto d'autore è una vittoria per tutti i cittadini. Oggi il Parlamento europeo ha  scelto di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale»: è quanto ha scritto in un tweet il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Il via libera alla riforma del copyright da parte dell'Europarlamento è «un segnale forte e positivo», in quanto «ora possono incominciare le discussioni tra i colegislatori» per arrivare al testo finale della direttiva. Così il vicepresidente della Commissione Ue al mercato digitale Andrus Ansip e la commissaria al digitale Mariya Gabriel dopo il voto a Strasburgo, assicurando di essere «pronti a iniziare a lavorare con Parlamento e Consiglio in modo che la direttiva sia approvata il prima possibile, idealmente entro la fine del 2018». L'obiettivo è che il testo finale sia «equilibrato e positivo» e che consenta «una vera modernizzazione della legislazione sul copyright di cui l'Europa ha bisogno» con «benefici tangibili per cittadini, ricercatori, educatori, scrittori, artisti stampa e musei» garantendo al contempo la libertà di espressione e lo sviluppo delle piattaforme. 

«Una vergogna tutta Europea: il Parlamento Europeo ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su Internet. Stiamo entrando ufficialmente in uno scenario da Grande Fratello di Orwell». Lo scrive su Facebook il vice premier Luigi Di Maio, aggiungendo che M5S si batterà «nei negoziati tra i governi, in Parlamento europeo e nella Commissione europea» contro il provvedimento e assicurando che «alla prossima votazione d'aula la direttiva verrà nuovamente bocciata».

«I colossi del web come Google e Facebook, (che non pagano un euro di tasse in Italia, non creano vera occupazione nel nostro Paese e rubano la proprietà intellettuale di piccoli e grandi gruppi editoriali e singole persone senza riconoscerne alcun valore economico) oggi hanno perso. È stato riconosciuto il valore economico di chi produce e di chi crea valore. Ha vinto la libertà di chi vuole continuare a essere creativo e originale»: lo dice Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori di Forza Italia.

«L'ok del Parlamento europeo alla direttiva sui diritti d'autore nel mercato unico digitale è un'ottima notizia. Su questo tema l'Europa è dalla parte del talento, della creatività, della cultura. Finalmente verrà regolamentato un settore fondamentale per l'economia comunitaria». Lo scrive su twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

«È un grande giorno per la stampa indipendente e per la democrazia» e, con il voto odierno, «gli eurodeputati hanno dimostrato il valore della stampa indipendente» esprimendosi a favore di «un diritto degli editori che aiuterà ad assicurare la sostenibilità del settore della stampa europea». È quanto hanno dichiarato in una nota le associazioni degli editori europee Enpa, Emma, Epc e Nme dopo l'ok alla riforma del copyright da parte dell'Europarlamento, la quale «non riguarda solo la modernizzazione del diritto d'autore ma la funzione fondamentale delle nostre democrazie». Le nuove regole, affermano gli editori europei, «aiuteranno a garantire i nostri media indipendenti per la prossima generazione», la condivisione dei diritti per i giornalisti, una modernizzazione delle regole che non soffoca l'innovazione e che promuove l'equità nell'ecosistema digitale. Allo stesso tempo la riforma del copyright consentirà ai lettori di continuare a condividere link, creare meme e utilizzare Wikipedia, sostenendo le vere notizie e non le fake news.

«Oggi vincono il lavoro, le persone e la buona informazione contro i giganti miliardari del web». Lo afferma l'eurodeputata del Pd e vice capodelegazione italiana, Isabella De Monte, dopo il voto. «Dopo l'estate sono state apportate al testo alcune modifiche che lo rendono più chiaro e che impediscono che venga ridotta la libera circolazione delle informazioni sul web tra persone a scopo non commerciale. Ciò che cambia è che i giganti del web, con fatturati miliardari, non potranno più sfruttare gratuitamente i contenuti prodotti da altri a scopo commerciale».
«Chi produce informazione, cultura, arte, creatività - osserva De Monte - ha il diritto al riconoscimento del proprio lavoro, che non può essere utilizzato gratis per macinare miliardi». Questa direttiva, conclude, «pone un freno al far west sul web e permette finalmente di armonizzare le leggi in materia nei singoli Stati membri».

«Fratelli d'Italia è da sempre a favore della tutela dei diritti d'autore ma questa tutela non può e non deve essere la foglia di fico per mascherare una pericolosa censura del web. Nell'era della globalizzazione, le piattaforme web e i blogger offrono una grande opportunità di condivisione di contenuti che sono alla base del pluralismo delle fonti. Oggi, con l'approvazione da parte della Parlamento europeo della nuova direttiva sul diritto d'autore si rischia una censura preventiva e indiretta che ridurrà il pluralismo e l'indipendenza del pensiero, vera ricchezza della rete. Se veramente si vuole tutelare il diritto d'autore il governo italiano deve garantire gli artisti italiani rispetto alle grandi piattaforme internazionali come, ad esempio, spotify che lucrano sulla loro arte». Lo afferma Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia e capogruppo in commissione Cultura e istruzione.

Il presidente e amministratore delegato di Rcs, Urbano Cairo, è convinto che la legge sul diritto d'autore, in queste ore discussa al Parlamento Europeo, secondo sia «una battaglia giusta che garantisce la libertà di informazione e che non può essere messa a repentaglio dal fatto che qualcuno utilizzi i contributi senza pagarli».

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia