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Chi sono i congiunti

Parenti e affini: sono solo loro a costituire la categoria dei congiunti, a cui è consentito vedersi nella Fase 2
Una bambina con guanti e mascherina - Foto Ansa/Epa/Paolo Aquilar © www.giornaledibrescia.it
Una bambina con guanti e mascherina - Foto Ansa/Epa/Paolo Aquilar © www.giornaledibrescia.it
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Parenti e affini: sono solo loro a costituire la categoria dei congiunti, a cui è consentito vedersi nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus, con visite «mirate», sia pure nel rispetto delle dovute precauzioni, e cioè con mascherine, a distanza di sicurezza e senza violare il divieto di assembramento. 

È una nozione che, se intesa in senso tecnico, esclude tutti coloro che non sono legati da un vincolo affettivo giuridicamente rilevante, cioè fidanzati e coppie di fatto che non hanno contratto l'unione civile. Sul piano della parentela sono congiunti sia i consanguinei legati da ascendenza e discendenza, come genitori e figli, nonni e nipoti, sia chi ha legami orizzontali, come fratelli e sorelle. 

Gli affini sono i cosiddetti parenti acquisiti: suoceri, generi, nuore, cognati e ovviamente i coniugi. Il codice civile dà una definizione di parenti e affini, non invece dei congiunti.

La definizione è stata usata dal premier Conte nella diretta in cui ieri sera ha annunciato le disposizioni del Dpcm 26 aprile, in cui si apre appunto alla possibilità di fare visita ai familiari. L'indeterminatezza del termine, dal punto di vista giuridico, ha suscitato però non pochi dubbi: non a caso nelle ultime ore c'è stato un aumento significativo delle ricerche su Google proprio per capire meglio la definizione di congiunti.

A questo proposito, non sono mancate le critiche alla scelta del Governo, anche all’interno della stessa maggioranza. «In questa fase bisogna semplificare la vita delle persone: mantenendo la prudenza e su indicazione del comitato scientifico occorre dare indicazioni generali che poi i territori possano adattare alle varie situazioni. Servono regole semplici», ha dichiarato a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera. 

Delrio si è soffermato sulla possibilità di incontrare congiunti e parenti, escludendo i fidanzati. «Questo è un altro di quei particolarismi che io mi sarei evitato, mettiamola così». Meglio dunque aprire anche ai fidanzati? «Io si, assolutamente, a tutti quelli che hanno veri moti d'affetto». Sembra quasi un'ingiustizia che chi, ad esempio, è fidanzato da 15 anni, non possa ancora vedere il proprio partner, gli è stato fatto notare. «Anche io ritengo così, ha ragione», ha concluso Delrio a Rai Radio1.

Sulla stessa linea la senatrice Pd Monica Cirinnà, secondo la quale il decreto «non tiene conto della pluralità delle esperienze e degli affetti». «Esistono relazioni significative che vanno al di là dei legami giuridici e di sangue, e relazioni che attraversano i confini delle Regioni - ha dichiarato -. Se si decide di venire incontro, seppur limitatamente, a specifiche esigenze affettive, si deve farlo nel rispetto della pari dignità e dell'autodeterminazione delle persone. Le solitudini sono tante e diverse, e non possono essere ignorate. Mi auguro che si intervenga presto a precisare, anche solo in via interpretativa, la portata del decreto approvato ieri sera, su questo specifico punto e ferme restando tutte le necessarie precauzioni. La ritengo una assoluta priorità e mi batterò per questo».

 

 

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