Italia e Estero

A Sharm el Sheik è iniziata la Cop27, la conferenza sul clima dell'Onu

C'è anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ci si aspetta che vengano ribaditi gli impegni presi l'anno scorso a Glasgow
Attivisti con gli striscioni fuori dall'ingresso della Cop27 a Sharm el-Sheik - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Attivisti con gli striscioni fuori dall'ingresso della Cop27 a Sharm el-Sheik - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Oggi a Sharm el Sheik, in Egitto, è iniziata la Cop27 sul clima, la conferenza annuale sul clima organizzata dall’Onu. La Cop27 ha lo scopo di riunire 196 paesi del mondo perché portino avanti delle iniziative condivise per contrastare il cambiamento climatico e scongiurarne le conseguenze più dannose per l’umanità, evitando di creare ulteriori problemi o ingiustizie.

A Sharm el Sheik c’è anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto. L'Italia l'anno scorso ha firmato gli impegni della Cop26 di Glasgow, ma l’invasione dell’Ucraina, la crisi energetica e la corsa all'indipendenza dal gas russo hanno cambiato lo scenario, rendendo più complesso raggiungere gli obiettivi prefissati di decarbonizzazione e di mantenimento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali. 

Il problema è comune a molte cancellerie europee, con le quali Meloni potrebbe avere occasione di parlare lunedì mattina, prima dell'avvio ufficiale del vertice dei capi di Stato e di governo. Ad esempio con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, presente anche lui nella località turistica egiziana. Mentre al suo ritorno a Roma, la premier potrebbe ricevere il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che sarà nella Capitale il 10 novembre.

I rapporti tra Egitto e Italia

L'invito alla Cop27 era stato rinnovato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi alla premier all'indomani dell'insediamento del governo. al-Sisi si era subito congratulato con Meloni, augurandosi di sviluppare presto «le relazioni bilaterali» tra Egitto e Italia, complicate negli ultimi anni dai casi Regeni e Zaki. Su questi ultimi Meloni non si è ancora espressa pubblicamente, anche se il suo partito si è sempre schierato per la ricerca della «verità» su Regeni e in una posizione di solidarietà per Zaki (ma senza «indebite ingerenze», come la concessione della cittadinanza). 

Cosa farà Meloni

Ci si aspetta che a a Sharm el-Sheikh Meloni ribadisca che l'Italia partecipa all'impegno comune di riduzione dei gas serra preso dalla Ue, che prevede il taglio del 55% delle emissioni entro il 2030 e zero emissioni nette entro il 2050. In tutti i negoziati della Cop27, le posizioni dei 27 saranno rappresentate unitariamente dall'Unione Europea. E la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha già chiarito nei giorni scorsi che l'Unione non intende venir meno ai suoi impegni di decarbonizzazione, nonostante la crisi energetica e le tensioni internazionali. 

In Egitto tuttavia l'Italia presenta anche qualcosa di suo. Lunedì 7 verrà presentato il Fondo Italiano per il Clima: 840 milioni all'anno per 5 anni, per aiutare i paesi in via di sviluppo nelle politiche climatiche. Il Fondo è stato istituito con la legge di bilancio 2022, e dà attuazione a un impegno preso da Mario Draghi al G20 del 2021: triplicare gli stanziamenti italiani per il clima nei prossimi 5 anni, arrivando a 1,4 miliardi all'anno. 

Il contesto internazionale

La Cop27 si tiene in un contesto internazionale molto più difficile di quello dello scorso anno a Glasgow. È scoppiata una crisi dell'energia, e la guerra in Ucraina, le tensioni internazionali fra Russia e Occidente, fra Cina e Usa, non aiutano il dialogo sul clima. Intanto, gli eventi meteo estremi si moltiplicano in tutto il mondo, e tutti gli studi scientifici ribadiscono che gli stati non stanno facendo abbastanza per ridurre le emissioni di carbonio. Nonostante queste brutte premesse, la presidenza egiziana punta a portare a casa almeno due risultati: l'aumento degli impegni di decarbonizzazione degli stati, per mantenere in vita l'obiettivo di Glasgow di 1,5 gradi di riscaldamento, e la creazione di un fondo «loss and damage», pagato dai paesi ricchi, per ristorare le perdite e i danni del cambiamento climatico nei paesi poveri.

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