Italia e Estero

A che punto siamo con l'app Immuni

Il sistema di tracciamento per il Covid è stato scaricato solo dal 14% della popolazione con uno smartphone: lontano l'obiettivo del 60%
L'app Immuni su uno smartphone - Foto Ansa/Luca Zennaro © www.giornaledibrescia.it
L'app Immuni su uno smartphone - Foto Ansa/Luca Zennaro © www.giornaledibrescia.it
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Cresce, anche se di poco, l'adozione dell'app Immuni. Il sistema di tracciamento che avvisa in caso di contatto con positivi al coronavirus ad oggi è stato scaricato 5,3 milioni di volte pari al 14% della popolazione italiana che ha uno smartphone. Numeri lontani dall'obiettivo del 60% affinchè il sistema sia davvero efficace nel contenimento della pandemia. «Rimane una risorsa importante e va scaricata. Purtroppo è stata un flop tra i giovani», osserva il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri.

L'app volontaria è stata resa disponibile dai primi di giugno prima con una sperimentazione in quattro regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia) e poi estesa al resto d'Italia il 15 giugno. È stata sviluppata dalla società Bending Spoons ed è nata dalla collaborazione tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Salute e Ministero per l'Innovazione. Il sistema è stato sviluppato di concerto con il Garante Privacy, tutti i dati raccolti verranno cancellati entro il 31 dicembre 2020.

Dopo un debutto con 500mila download nel primo giorno e due milioni in una settimana, ci sono voluti in pratica quasi tre mesi affinché l'applicazione toccasse il tetto attuale dei 5,3 milioni di download. Per far crescere la consapevolezza e l'adozione del sistema a luglio sono scesi in campo i medici di famiglia e da agosto Immuni ha anche una pagina su Facebook, Twitter e Instagram.

Ed è stato reclutato un volto popolare della tv, Flavio Insinna, per lo spot destinato al piccolo schermo. Avrebbe potuto aiutare «a contenere l'ondata di contagi di quest'estate, ma c'è stato molto pregiudizio, è stato un flop tra i giovani», ribadisce il viceministro Sileri.

 

 

Nelle scorse settimane la ministra dell'Innovazione Paola Pisano ha ricordato come anche il Comitato tecnico scientifico «si è espresso a favore della diffusione dell'app in ambito scolastico, tra il personale docente e non docente, tra gli studenti con un'età uperiore ai 14 anni e anche tra i loro genitori». E per affrontare la fase autunnale della pandemia a livello mondiale sarà forse possibile ricevere sullo smartphone la notifica di essere stati a contatto con una persona positiva al Covid-19 senza bisogno di installare un'app specifica.

Questa funzione complementare all'applicazione, come annunciato nei giorni scorsi, sta per essere integrata nei sistemi Apple e Google, le due società che insieme hanno lavorato alla piattaforma di tracciamento sui cui si basa la stessa Immuni. In una fase iniziale la notifica dovrebbe essere disponibile solo per quei paesi che non dispongono di un'app nazionale, come gli Stati Uniti. 

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