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È in arrivo una nuova autocertificazione

Autocertificazione, cosa cambia da lunedì? Facciamo il punto in base alle nuove norme
Padre e figli in bicicletta - Foto Ansa/Mourad Balti Touati © www.giornaledibrescia.it
Padre e figli in bicicletta - Foto Ansa/Mourad Balti Touati © www.giornaledibrescia.it
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Autocertificazione, cosa cambia da lunedì? Servirà anche per andare a trovare i «congiunti»? È già stato pubblicato un nuovo modulo? 

È ormai partito il countdown e lunedì avrà inizio ufficialmente l’attesissima Fase 2 dell'emergenza coronavirus. La grande, e discussa, novità del nuovo decreto prevede che ci si possa spostare all’interno della propria regione di residenza per quattro motivi: «comprovate esigenze lavorative; situazione di necessità; motivi di salute; visite ai congiunti». Proprio il tema dei «congiunti» ha sollevato proteste e molte ironie sul web nei giorni scorsi. Ma ora molti si chiedono: come va segnalato nell’autocertificazione, che resta obbligatoria per tutti gli spostamenti? La linea del Governo, per ora, è quella di non far stampare un nuovo modulo per la certificazione. Una scelta dettata dalla volontà di evitare ulteriore confusione sui documenti ma anche di tutelare la privacy dei «congiunti». Le loro generalità, quindi, non dovranno essere indicate sul foglio

Sarà però una circolare del Viminale a chiarire i dubbi legati agli spostamenti consentiti e alle modalità di compilazione dell’autocertificazione, che dovrebbe arrivare a breve. Nel frattempo il Governo ha pubblicato le Faq in cui si chiariscono anche i termini per gli spostamenti. 

Ecco quindi le regole. 1) Riempire tutti gli spazi sull’identità della persona che effettua lo spostamento. 2) Inserire l’indirizzo da cui è iniziato lo spostamento e quello di destinazione. 3) Riempire tutti gli spazi barrando la casella «situazione di necessità». 4) Nello spazio «a questo riguardo dichiara che... » specificare che si tratta di una visita a un «congiunto» inserendo il grado di parentela ma non l’identità. Il Codice civile, lo ricordiamo, considera solo i «parenti» e gli «affini». I «congiunti» compaiono invece nell’art. 307 del Codice penale. 

 

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