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Turisti in fuga dalla Tunisia, il Governo chiude 80 moschee

Almeno 15 vittime sarebbero di nazionalità britannica. Il presunto attentatore di Lione resta in silenzio davanti agli inquirenti
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La fuga dei turisti dopo l’attentato, rivendicato dall’Isis, che ha lasciato 39 morti sulla spiaggia di Sousse. Il cordoglio di chi rimane e deposita fiori sulla sabbia e sulle sdraio, mentre i dipendenti degli hotel Riu Imperial Marhaba e Riu Bellevue lavano il sangue e cercano di tornare alla normalità.

In questo quadro di desolazione dopo il «venerdì nero» il Governo tunisino ha impresso un giro di vite e annunciato la chiusura di un’ottantina di moschee colpevoli di «incitare alla violenza» e di «diffondere la loro propaganda e il loro veleno per promuovere il terrorismo».

Intanto procede il pietoso e non sempre agevole riconoscimento delle vittime, almeno 15 delle quali sarebbero di cittadinanza britannica secondo quanto dichiarato dallo stesso premier Cameron.

Quanto all’atto di terrorismo avvenuto alle porte di Lione, sabato, il presunto attentatore sarebbe stato in silenzio di fronte agli inquirenti, mentre il premier Valls ha dovuto ammettere che la minaccia è quanto mai presente.

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