Italia e Estero

Tamponi (e caos) per chi rientra dalle vacanze

Turisti arrivati a Bergamo da Grecia, Spagna e Malta: «Ci hanno dato fogli con le istruzioni per fare i test»
TAMPONI (E CAOS) PER CHI RIENTRA DALLE VACANZE
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Madrid, Vitoria, Tessalonika, Eraclea, Santiago de Compostela, La Valletta, Ibiza. L’elenco delle località di provenienza che scorre sul tabellone delle partenze e degli arrivi non è più osservato con la cara vecchia curiosità di un viaggio immaginario ma con la nitida tensione dettata dal momento storico. L’aeroporto di Orio al Serio - scalo di riferimento per un milione di bresciani ogni anno - collega l’Italia a tre dei quattro Paesi finiti nella black list del boom contagi: Grecia, Spagna e Malta. Dalla Croazia i collegamenti sono invece soprattutto con gli autobus.

Dopo la decisione del governo di rendere obbligatorio il tampone entro 48 ore per chi rientra o arriva in Italia dai Paesi europei con il maggior numero di contagi, ogni singola regione ha recepito il provvedimento in modo diversificato. Così, se da ieri gli aeroporti di Roma Fiumicino, Venezia e Verona hanno disposto i test sul posto direttamente dopo l’atterraggio, quelli di Bergamo, Milano Linate e Napoli hanno deciso di adottare il metodo dell’autosegnalazione. Così i viaggiatori ricevono dallo staff un semplice foglio, con le indicazioni da seguire per contattare le autorità sanitarie territoriali e per prenotare il tampone obbligatorio entro 48 ore dall’arrivo in Italia, a meno che non vi sia l’attestazione dell’esito negativo al test molecolare nelle 72 ore precedenti il ritorno. Un metodo rischioso, che di fatto non prevede controlli immediati né misure contenitive.

 

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