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Studentessa porta il padre in tribunale: «Mi deve mantenere»

Il padre non le dava più soldi dato che la ragazza, 26enne, era in ritardo nel suo corso di studi. Voleva legare il mantenimento ai risultati.
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Una studentessa di 26 anni di Pordenone, fuoricorso all'Università, si è rivolta ai giudici per ottenere il mantenimento dal padre, separato dalla madre, che, dopo il ritardo negli studi, le aveva ridotto la «paghetta» a 20 euro alla settimana, oltre a spese mediche, carburante, abbigliamento, ecc.. E la Corte d'appello di Trieste le ha dato ragione sostenendo che il padre ha l'obbligo di mantenere il figlio che non è riuscito a conquistarsi l'indipendenza economica.

Dovrà così corrisponderle un assegno mensile di 350 euro. La ragazza ne aveva chiesti circa 2.500 euro al mese, comprensivi di 400 euro per lo svago e mille euro all'anno per le vacanze. Della sentenza, datata 5 maggio, riferisce oggi il Messaggero Veneto.
La studentessa aveva citato in giudizio il padre davanti al Tribunale di Pordenone per chiedere al genitore di provvedere al suo mantenimento, ordinario e straordinario, secondo gli obblighi assunti dal genitore durante il divorzio con la madre. Il Tribunale aveva dato ragione alla ragazza stabilendo un assegno in suo favore di 500 euro al mese. Il padre, che aveva tagliato i viveri alla figlia a fronte del suo ritardo negli studi, aveva quindi presentato ricorso alla Corte d'appello di Trieste, spiegando di provvedere già al mantenimento della figlia con lui convivente e di voler legare la corresponsione dell'assegno ai risultati nello studio per ragioni educative.

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