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Strage Mottarone, si allarga l'inchiesta: altri 11 indagati

Iscritti nel registro i rappresentati della Leitner e di altre aziende che si sono occupate della manutenzione dell’impianto
I rottami della funivia precipitata a Stresa - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
I rottami della funivia precipitata a Stresa - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Aumentano gli indagati per la strage del Mottarone. Si allarga l'inchiesta sull'incidente della funivia del Mottarone che lo scorso 23 maggio ha causato quattordici vittime. La Procura di Verbania ha iscritto nel registro degli indagati altre 11 persone, che si aggiungono ai tre fermati e poi scarcerati nei giorni successivi all'incidente: il gestore della funivia Luigi Nerini, il direttore d'esercizio Enrico Perocchio, e il capo servizio Gabriele Tadini, l'unico ai domiciliari. Indagate anche la stessa Leitner e le Ferrovie del Mottarone, la società che gestisce l’impianto.

Tra i nuovi iscritti nel registro degli indagati dai pm figurano Anton Seeber, presidente del consiglio d'amministrazione della Leitner e Martin Leitner, consigliere delegato della stessa azienda. E ancora Peter Rabanser, dirigente responsabile del Customer Service della Leitner, delegato per l'ambiente e la sicurezza relativa agli impianti a fune. Tra i nuovi indagati anche Rino Fanetti, dipendente Leitner, che ha eseguito la testa fusa della fune traente superiore della cabina 3 precipitata lo scorso 23 maggio. Infine anche Fabrizio Pezzolo, rappresentante legale della Rvs Srl, che si occupava della «manutenzione delle centraline idrauliche» e il suo dipendente Davide Marchetto, «responsabile tecnico degli impianti a fune».

È contestato anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti nella richiesta di incidente probatorio notificata oggi in totale dodici persone e due società (rispondo per la responsabilità amministrativa degli enti) nella richiesta di incidente probatorio per la tragedia del Mottarone, firmata dal procuratore di Verbania Olimpia Bossi e dal pm Laura Carrera. Gli altri reati, già noti nelle indagini, sono la rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, aggravata dal disastro, e un reato di falso contestato al solo Gabriele Tadini.

 

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