Quirinale, cosa hanno detto i parlamentari bresciani al voto

Cominciano oggi, lunedì 24 gennaio, le votazioni per eleggere il successore di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica. Tra i 1.009 grandi elettori del Parlamento, che oggi si riunirà in seduta comune, ci sono anche dodici senatori e deputati bresciani.
Ecco le loro parole alla vigilia del voto.
Paolo Formentini (Lega): «Un voto libero per difendere le istituzioni»

Ore 17:45 circa: si entra nella cabina elettorale (ex catafalco), si scrive, si piega la scheda, si deposita nell’«insalatiera» di Basile. Tutto qui? No. Spiega Formentini: «Si vota per difendere le nostre istituzioni liberali e democratiche, per testimoniare l’appartenenza ad una comunità di valori, l’Occidente, per ribadire che noi non siamo la Cina, noi siamo l’Italia, l’Italia dei comuni, dei doveri civici e delle libertà antiche che non si cancellano ma anzi dovremo riconoscere e tutelare sempre di più. La nostra storia: diversi usi, costumi, lingue, un immenso patrimonio, unico al mondo e che sempre va salvaguardato, ma che - sottolinea - non possiamo proteggere senza difendere le nostre istituzioni: dobbiamo ricordarcelo».
Simona Bordonali (Lega): «C’è bisogno di autorevolezza e condivisione»

«Sono emozionata ed onorata di essere uno dei 1.009 grandi elettori che sceglieranno il prossimo presidente della Repubblica». La voce è quella dell’on. Simona Bordonali, che sottolinea la delicatezza del contesto storico e politico nel quale questo voto va ad incardinarsi: «Sento la responsabilità di una scelta che questa volta si spinge oltre la sola elezione del presidente, poiché riguarda anche il futuro del Governo in un momento estremamente critico a livello economico e sociale per il Paese. Abbiamo necessità di individuare una figura autorevole e il più ampiamente condivisa e sono certa che Matteo Salvini riuscirà ad indicare la personalità ideale per ricoprire questo importante ruolo».
Giuseppe Donina (Lega): «Una votazione che sognavo fin da ragazzo»

«Le votazioni che noi parlamentari ci troveremo a svolgere nei prossimi giorni rappresentano prima di tutto assolutamente una grande responsabilità, ma anche un grande onore». L’on. Giuseppe Donina ricorda il suo percorso politico e ammette: «Certo - sottolinea - dai primi passi mossi in politica, nella Lega appena maggiorenne e dopo le esperienze in amministrazione comunale, mai avrei pensato che un ragazzo di una valle sperduta come la Valle Camonica e di una frazione come Nadro, che in tutto conta solo cinquecento anime, avrebbe un giorno votato per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica: davvero un grande onore, soprattutto in un momento storico tanto delicato e determinante per il nostro Paese».
Eva Lorenzoni (Lega): «Un onore che dovrebbe spettare a tutti i cittadini»

«Non nascondo l’emozione di concorrere alla scelta del presidente della Repubblica, un privilegio che dovrebbe spettare a tutti i cittadini italiani, non solo ai parlamentari. Auspichiamo che presto si possa passare all’elezione diretta, come avviene in molti Paesi. Spero che si mettano da parte le divisioni ideologiche e strumentali in un momento che richiede un forte senso di responsabilità. Il mio auspicio è che il futuro presidente abbia attenzione verso le istanze dei territori, specie di quelli più vocati alla produzione. Servirà un presidente che abbia un occhio di riguardo verso chi produce e lavora, ovvero chi genera la ricchezza urgente e necessaria alla ripartenza. Solo una personalità autorevole del centrodestra, che è maggioranza nel Paese, credo possa avere questa sensibilità».
Stefano Borghesi (Lega): «Stavolta la Lega può incidere in modo decisivo»

«Per me sarà la terza elezione del presidente dopo quella di Napolitano e quella di Mattarella. La possibilità di essere uno dei grandi elettori che indicheranno il futuro presidente è una enorme responsabilità e un grande onore. Per chi ama fare politica questa è l’elezione che ha l’importanza massima. A differenza delle prime due, questa è decisamente particolare per le modalità dettate dal Covid, per la situazione difficile in cui si trova il Paese e per la consistenza numerica del gruppo della Lega che stavolta può incidere in maniera importante. Questo insieme di fattori contribuisce ad aumentare il “peso” di questa responsabilità, ma anche l’onore di essere tra i protagonisti di questo delicato passaggio».
Raffaele Volpi (Lega): «La credibilità non va confusa con la notorietà»

«Ci apprestiamo a votare il presidente della Republica dopo il settennato di Sergio Mattarella che, in particolare negli ultimi due anni, ha messo a disposizione del Paese la sua autorevolezza anche per raggiungere l’obiettivo della concessione del Pnrr. Bisogna traguardare il prossimo futuro garantendo che quel risultato non sia vanificato, ovvero che gli investimenti sia dei moltiplicatori di sviluppo e ricchezza sia a livello periferico vengano utilizzati con capacità. Il combinato disposto vede fortemente legate le scelte tra presidente e continuità dell’azione di governo. Autorevolezza e credibilità, da non confondere con la notorietà, sono presupposti imprescindibili per individuare una guida sicura per il Paese e per continuare nella difficile sfida che il destino ci ha obbligati ad affrontare».
Matteo Micheli (Lega): «Serve chi stemperi queste tensioni e discriminazioni»

«Questa settimana sarà emozionante e allo stesso tempo carica di grande responsabilità. Sono deputato neppure da un anno e potrò eleggere il presidente della Repubblica che resterà in carica per i prossimi sette anni». L’on. Matteo Micheli sottolinea: «Ho piena fiducia nel nostro segretario nazionale Matteo Salvini, da mesi al lavoro proprio su questa importante elezione, sono certo che sarà in grado di fare sintesi con le altre forze politiche così da convergere su una figura che possa rappresentare tutti gli italiani». Una figura trasversale e di unità, dunque? «Sì, dico tutti gli italiani, perchè serve unità, c’è bisogno di un alto profilo che possa far ripartire il Paese stemperando le tensioni e le discriminazioni di questi ultimi mesi».
Claudio Cominardi (Movimento 5 Stelle): «Da Berlusconi uno spettacolo indecente»

«È impossibile non vivere con emozione il privilegio di partecipare all’elezione di un presidente, ma ammetto che è impossibile non avvertire anche una forte indignazione per come siamo arrivati a questo giorno. Sebbene milioni di cittadini costretti a difficoltà e sacrifici dalla pandemia ci preghino di agire nelle istituzioni nell’interesse generale, per mesi Berlusconi e chi lo circonda hanno cercato solo di avere le istituzioni al loro servizio. Così, anziché guardare al futuro e tentare di convergere su figure di unità nazionale e su fini conoscitori della nostra Costituzione, anziché ragionare su persone di moralità e sensibilità giuridica abbiamo perso tempo prezioso, costretti ad assistere a uno spettacolo indecente e diseducativo: se ne fossero capaci, i responsabili dovrebbero vergognarsene».
Vito Crimi (Movimento 5 Stelle): «Un presidente che sia dalla parte dei cittadini»

«Ci apprestiamo a compiere uno dei riti più importanti: per me è la terza volta e sento una grande responsabilità. Spero che tutti si rendano conto che è ora di abbandonare barricate, veti, candidature di parte, ma pensare solo al bene del Paese. Ogni volta che ci si accinge a eleggere un nuovo presidente, i nomi sono quasi sempre gli stessi, tra riserve della Repubblica e politici di lungo corso. Ma abbiamo dimostrato che fuori c’è un mondo di persone per bene, di altissimo profilo, competenti. Questo momento richiede unità e noi dobbiamo dare l’esempio. La particolare fase politica ha dimostrato la necessità di un presidente che possa esercitare con autorevolezza, fino alla massima estensione, il potere che la Costituzione gli concede. Per questo, più che mai, oggi serve una figura che sia dalla parte dei cittadini».
Gianpietro Maffoni (Fratelli d’Italia): «Una figura che rappresenti pure il centrodestra»

Per il senatore Gianpietro Maffoni la prima azione «doverosa da fare» in vista della votazione per il prossimo presidente della Repubblica «è ringraziare Silvio Berlusconi per la sua iniziale disponibilità ad essere il candidato unitario del centrodestra e per la sua capacità di fare un passo indietro quando ha compreso che il quorum necessario sarebbe stato irraggiungibile. Ora - prosegue - sarà necessario convergere su una figura capace ed autorevole che possa rappresentare al meglio gli interessi del Paese, specie in un contesto internazionale come quello che stiamo vivendo. Un presidente che possa rappresentare tutta l’Italia e che sia anche espressione di quella maggioranza che si identifica nel centrodestra».
Marina Berlinghieri (Pd): «Un garante del Paese, guida sicura e credibile»

«Sono fiduciosa: colgo da parte delle principali forze politiche un crescente senso di responsabilità. Dopo la scelta del centrodestra di non forzare sul nome di Berlusconi, credo che ci siano le condizioni per una discussione di merito, seria, che aiuti ad individuare una figura autorevole e unitaria. Dovremo affrontare le sfide della progettazione e della "messa a terra" del Next generation Eu per rilanciare economia e lavoro e per innovare il Paese, i nodi della crisi energetica, dell’aumento dei costi delle materie prime. Questo in un perdurante contesto economico e sanitario di incertezza. Dunque un presidente della Repubblica punto di riferimento per tutti e garante del Paese, un governo unitario con una guida autorevole, sicura e credibile, sono condizioni necessarie per compiere le scelte più giuste».
Adriano Paroli (Forza Italia): «Il passo di lato di Berlusconi apre alla condivisione»

«Il generoso passo di lato di Silvio Berlusconi apre, come da lui auspicato, ad un accordo di condivisione di percorso e di nomi propedeutico ad un clima di collaborazione nella gestione della auspicata ripresa del Paese. Certo non è scontato, ma in un momento come questo non sarebbe comprensibile non lavorare per questo obiettivo. Non è tanto importante quando sarà eletto il nuovo presidente della Repubblica quanto il come, e dopo il gesto del candidato con la maggioranza, almeno relativa, dei grandi elettori, non ci sono alibi per una soluzione in grado di determinare i rapporti tra le forze politiche tutte nel prossimo futuro. Certo ognuno di noi ha candidature che preferisce, ma la responsabilità deve venire prima della tattica».
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