Italia e Estero

«Piano pandemico da rifare»: così l'Oms all'Italia nel 2017

«Il documento di Ranieri Guerra dimostra che i piani pandemici non erano più operativi» ha spiegato il procuratore bresciano Chiappani
Un paziente in terapia intensiva - Foto Ansa/Riccardo Antimiani © www.giornaledibrescia.it
Un paziente in terapia intensiva - Foto Ansa/Riccardo Antimiani © www.giornaledibrescia.it
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È stato sentito come persona informata sui fatti per oltre 5 ore, in procura a Bergamo, Stefano Merler, della fondazione Bruno Kessler di Trento.

Già a febbraio il noto epidemiologo aveva redatto una prima proiezione sull'andamento del coronavirus in Italia basato sui dati cinesi allora disponibili. E aveva criticato il piano pandemico italiano sostenendo che era vecchio di dodici anni.

L'esperto, secondo quanto si apprende, avrebbe chiarito alcuni punti relativi all'esistenza o meno del piano pandemico in Italia, uno dei temi dell'indagine, e avrebbe ribadito le sue critiche. Il verbale è stato secretato. 

Stefano Merler «ha offerto elementi per ricostruire la storia dei piani pandemici, o simili, e per inquadrare la gestione all'inizio dell'emergenza. È ciò che ci interessa capire» ha affermato il procuratore Antonio Chiappani, che ha interrogato l'epidemiologo con l'aggiunto Cristina Rota e i pm titolari del fascicolo.

Merler aveva realizzato la prima proiezione italiana dei dati cinesi sul Covid-19, una ricerca intitolata «Scenari di diffusione di 2019-NCOV in Italia e impatto sul sistema sanitario nazionale» poi utilizzata dal Governo italiano per stilare un piano pandemico dopo che nel 2017 il direttore dell'Oms, Ranieri Guerra, aveva indicato al Ministero della Salute la necessità di rifare il piano, che risaliva al 2006.

La ricerca di Merler venne prima «secretata» dal Governo e poi usata per stilare le misure per fronteggiare la pandemia.

L'esperto è stato sentito proprio sul capitolo relativo all'esistenza o meno di un piano pandemico, per fare chiarezza su quanto accaduto tra febbraio e marzo e valutare così l'operato dei dirigenti della sanità lombarda, dei medici e degli operatori in provincia di Bergamo, durante la prima ondata dell'epidemia di Covid che ha visto morire migliaia di persone.

«Quel documento di Guerra dimostra che i piani pandemici non erano più operativi» ha spiegato Chiappani.

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