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Morti in piazza a Torino, Appendino condannata a un anno e mezzo

Il procedimento per la notte di panico in piazza san Carlo durante la Champions League. Le accuse sono disastro, lesioni e omicidio colposo
La sindaca di Torino Chiara Appendino - Foto Ansa/Alessandro Di Marco
La sindaca di Torino Chiara Appendino - Foto Ansa/Alessandro Di Marco
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Sono stati tutti condannati a un anno e sei mesi i 5 imputati - tra cui la sindaca di Torino, Chiara Appendino - nel processo con rito abbreviato per i fatti di piazza San Carlo.

Il procedimento si riferisce a quanto accadde nel capoluogo piemontese la sera del 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxischermo della finalissima di Champions League: una serie di ondate di panico tra la folla portarono a 1.600 feriti e in seguito alla morte di due donne a causa delle lesioni subite. 

La sentenza del gup Maria Francesca Abenavoli riguarda, oltre ad Appendino, l'ex capo di gabinetto del Comune Paolo Giordana, l'allora questore Angelo Sanna, l'architetto Enrico Bertoletti e l'ex presidente dell'Agenzia Turismo Torino, Maurizio Montagnese. Un sesto imputato, Danilo Bessone, esponente di Turismo Torino, ha chiesto e ottenuto di patteggiare un anno e sei mesi.

Tutti hanno ottenuto la sospensione condizionale della pena. Le accuse mosse dalla procura erano disastro, lesioni e omicidio colposo.

 

«La tesi dell'accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza. È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello» ha scritto su Facebook Chiara Appendino, commentando la sua condanna.

«È evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l'avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca», aggiunge la prima cittadina.

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