Italia e Estero

Lombardia, approvato il bilancio di previsione: 22 miliardi per la sanità

La maggioranza applaude: «Ci sono 874 milioni in più». Ma per la minoranza restano i nodi strutturali
32 MLD PER IL BILANCIO DEL PIRELLONE
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L’intesa taglia-emendamenti tiene e così la maratona dell’approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 della Regione Lombardia si conclude senza chilometri aggiuntivi, anzi risparmiando ai consiglieri l’ultima giornata di fatica. Il documento finanziario è giunto al traguardo nel tardo pomeriggio di ieri, in coda a tre giorni di discussione accesa in aula ma anche di concrete prove di dialogo, delle quali le parti (maggioranza e opposizione) si danno reciproco merito, pur non rinunciando - e ci mancherebbe - a rimarcare il molto che le distanzia.

La votazione finale (o meglio, le due espressioni di voto: sul bilancio di previsione 2024-2026 e sulla legge di stabilità) cristallizza nei numeri la contrapposizione politica (43 sì e 30 no al documento contabile triennale), ma il dibattito in aula fa segnare anche alcune convergenze, figlie dell’accordo che ha portato al ritiro degli oltre settemila emendamenti delle forze di opposizione.

Tra fondi e servizi

Il via libera del Consiglio mette dunque il timbro su un bilancio 2024 da 32 miliardi di euro, due terzi (abbondanti) dei quali sono destinati al capitolo sanità, il più delicato e discusso nella contrapposizione tra maggioranza ed opposizione. Dalle forze che sostengono la Giunta Fontana si rivendica con forza come in un quadro economico complesso alla sanità si siano destinati 874 milioni in più rispetto al 2023, grazie anche ad un nuovo accordo con il Governo. E questo mantenendo fede ad un preciso impegno elettorale, quello di «non mettere mano nelle tasche dei lombardi»; come hanno rimarcato i capigruppo Garavaglia (Fratelli d’Italia), Corbetta (Lega) e Figini (Forza Italia), «la pressione fiscale è rimasta anche questa volta invariata».

Quei fondi serviranno a «mantenere l’eccellenza del sistema sanitario lombardo, puntando a ridurre le liste di attesa e proseguendo con gli investimenti infrastrutturali». Sul punto la valutazione delle minoranze è ben diversa, come hanno sottolineato in particolare capigruppo Majorino (Pd), Di Marco (5 Stelle), Noja (Azione - Italia Viva) e Rosati (Alleanza Verdi Sinistra): «I nodi strutturali non vengono affrontati, sul rapporto pubblico-privato c’è un arroccamento sul sistema attuale che non funziona, non ci sono iniziative sulla carenza dei medici».

Convergenze

Uno dei punti di convergenza raggiunti è stato tuttavia proprio in ambito sanitario, su un ordine del giorno che impegna la Giunta a proseguire ed a finanziare il progetto del Centro unico di prenotazione tra pubblico e privato. Una larga condivisione è stata poi sancita dal voto sull’ordine del giorno relativo al finanziamento delle borse di studio per gli studenti universitari, alcuni dei quali si erano anche mobilitati presentandosi fuori dall’ingresso di Palazzo Pirelli. Nel testo approvato in aula sono state rifinanziate, ponendo rimedio al taglio precedentemente previsto. Voto bipartisan su ordini del giorno riformulati anche per il finanziamento dei centri anti-violenza sulle donne, delle iniziative di contrasto alla criminalità organizzata e del trasporto dei disabili.

Le posizioni sono invece rimaste distanti sui provvedimenti che riguardano la tutela dell’ambiente e il sostegno alla transizione ecologica; su questo punto, secondo le minoranze, ci sono tagli pesanti e una mancanza di visione, anche rispetto alla realtà economica lombarda. Una «locomotiva» che spinge grazie al suo sistema imprenditoriale e anche - si evidenzia dal centrodestra - alle scelte del governo regionale. Criticate però dal centrosinistra, da dove si invocano un patto ambiente-lavoro sul modello emiliano e una commissione di inchiesta sui criteri d’assegnazione dei fondi dati ai Comuni con la legge numero 9 del 2020, il cosiddetto Piano Marshall lombardo.

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