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La Corte Costituzionale boccia il referendum sulla cannabis

Il presidente della Consulta Giuliano Amato: «Quesito inammissibile, violava obblighi internazionali»
La sede della Corte Costituzionale - Foto Ansa/Angelo Carconi © www.giornaledibrescia.it
La sede della Corte Costituzionale - Foto Ansa/Angelo Carconi © www.giornaledibrescia.it
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Dopo la decisione molto discussa di bocciare il quesito refendario relativo al «suicidio assistito», la Corte Costituzionale boccia il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis, anche questo protagonista, come quello relativo all'eutanasia legale, di una lunga campagna di firme in tutta la penisola tenutasi lo scorso anno. 

Circa 600mila firme sono state raccolte per il questito che ora è stato ritenuto inammissibile dalla Consulta. Inoltre, nel corso della giornata, sono stati approvati quattro dei sei quesiti sulla giustizia.

«Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali», spiega il presidente della Consulta Giuliano Amato in una conferenza stampa, motivando la bocciatura del quesito.

 

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