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Jack Dorsey lascia la guida di Twitter

Il fondatore non è più Ceo della società. Al suo posto Parag Agrawal, chief technology officer dal 2017
Jack Dorsey, fondatore di Twitter - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Jack Dorsey, fondatore di Twitter - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Rivoluzione ai vertici di Twitter. Jack Dorsey lascia la guida della società che cinguetta con effetto immediato e il suo posto è assunto da Parag Agrawal, il chief technology officer dal 2017.

L'avvicendamento a sorpresa, almeno nei tempi, mette le ali ai titoli Twitter, che arrivano a guadagnare oltre il 10%. «Ho deciso di lasciare Twitter perché ritengo che la società è pronta ad andare avanti rispetto ai suoi fondatori», afferma Dorsey che ha co-fondato il social media nel 2006 e vi è stato alla guida fino al 2008 per poi essere costretto a lasciare. Allora fu spinto a fare un passo indietro da uno dei più importanti membri del consiglio di amministrazione, Fred Wilson. Proprio Wilson lo bollò come inadatto a guidare la società alla luce delle sue abitudini, fra le quali quella di finire troppo presto le sue giornate lavorative per andare a lezione di yoga.Dorsey poi però si è ripreso il comando della sua creatura nel 2015 in un rientro stile Steve Jobs ad Apple, ma con il compito ulteriore di dare una direzione e una visione a una società che stava finendo schiacciata dall'agguerrita concorrenza.

Sotto la guida di Dorsey Twitter si è trasformata, abbandonando fra l'altro il suo tratto distintivo dei 140 caratteri, e i suoi titoli sono saliti dell'85% nonostante le non poche difficoltà e le non poche pressioni per moderare e controllare con maggiore efficacia il dibattito sulla piattaforma. L'essere stata il social preferito di Donald Trump ha regalato a Twitter da un lato notorietà, dall'altro molti problemi che Dorsey ha affrontato in modo più deciso rispetto a molte rivali: non solo ha vietato la piattaforma all'ex presidente ma si è anche assunto davanti al Congresso parte della responsabilità per l'organizzazione online che si è poi tradotta nell'attacco al Congresso del 6 gennaio.

Durante gli anni a Twitter, Dorsey ha trovato il tempo di fondare la piattaforma elettronica di pagamenti Square, della quale è anche amministratore delegato. A Square Dorsey deve la maggior parte della sua ricchezza - vale complessivamente 12,3 miliardi di dollari - e, secondo molti dei suoi critici, anche la sua distrazione. Lo scorso anno l'azionista di Twitter Elliott Management ha tentato di rimuoverlo puntando il dito sull'impossibilità di guidare due società quotate e soprattutto sulla voglia di Dorsey di trascorrere la maggior parte del suo tempo in Africa. Al termine di uno scontro è stato raggiunto un accordo, in base al quale Dorsey - che fra le sue passioni vanta anche le critpovalute - poteva restare se era in grado di centrare difficili target di performance.

Ora però Dorsey fa un passo indietro e lascia il timone di Twitter a Agrawal, che gode della sua «profonda fiducia. È il suo momento di guidare», dice Dorsey spiegando che lascerà anche il consiglio di amministrazione di Twitter - alla cui guida è stata nominato Bret Taylor, il chief operating officer di Salesforce.com - alla scadenza del suo mandato nel 2022 proprio per dare a Agrawal lo spazio necessario come leader senza interferenze o pressioni dal fondatore. Per Twitter si apre così un nuovo capitolo, che vede Agrawal impegnato in prima linea nel combattere l'agguerrita concorrenza di TikTok e Snapchat e centrare gli obiettivi ambiziosi fissati dalla società quest'anno, ovvero raddoppiare i ricavi annuali entro il 2023 e aumentare la sua base di utenti di circa il 20% ogni anno per i prossimi tre anni.

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