Italia e Estero

Il razzo cinese è caduto vicino alle Maldive, nell'Oceano Indiano

In una delle sue ultime orbite ha salutato l'Italia, sorvolando la Sardegna e la Calabria senza alcun rischio
Il razzo cinese Lunga Marcia 5B al momento del lancio, lo scorso 29 aprile - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il razzo cinese Lunga Marcia 5B al momento del lancio, lo scorso 29 aprile - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B è rientrato nell'atmosfera all'alba su un punto dell'Oceano Indiano vicino alle isole Maldive. In una delle sue ultime orbite ha salutato l'Italia, sorvolando la Sardegna e la Calabria senza alcun rischio, per spostarsi verso Est. Il rientro è avvenuto entro i limiti della finestra temporale prevista, che andava dalle ore 3.11 alle 5.11 italiane, mentre c'è stata un'incertezza decisamente maggiore sul luogo del rientro, inizialmente indicato nel Nord Atlantico e successivamente nel Mediterraneo orientale. È sempre difficile stabilire con esattezza la traiettoria di un oggetto di grandi dimensioni in caduta incontrollata e lo stadio del Lunga Marcia 5B non è stata un'eccezione.

Una volta portato in orbita il modulo principale della nuova stazione spaziale cinese, lo scorso 29 aprile, il più grande razzo costruito dalla Cina aveva esaurito tutto il suo propellente, come previsto nella missione. Come spesso accade, si è data la priorità alla messa in orbita di un oggetto più che alla necessità di conservare un po’ di propellente che permettesse di gestire un rientro controllato. Di conseguenza, portata a termine la sua missione, lo stadio del lanciatore ha cominciato la sua caduta verso la Terra.

Il cilindro da 20 tonnellate, lungo più di 30 metri e dal diametro di 5, ha cominciato a scendere ruotando velocemente su se stesso: una situazione che non permette mai di poter calcolare il rientro in modo preciso, ma solo con un margine di incertezza su tempo e luogo del rientro che all'inizio è davvero molto ampio e che progressivamente si riduce. Radar e sensori in tutto il mondo permettono di seguire progressivamente le orbite e di raffinare i calcoli.

 

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