Italia e Estero

Il no trionfa al referendum, si è già aperto il dopo Renzi

I no sono stati sei milioni in più dei sì. Oggi Renzi convocherà un Consiglio dei ministri e poi salirà al Colle.
Foto Epa/Gregor Fischer  © www.giornaledibrescia.it
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Un trionfo netto, nettissimo, che segna «un prima e un dopo» nella politica italiana. Il no alla riforma stravince con il 60% delle preferenze (e sei milioni di voti di distacco) travolgendo Matteo Renzi e il suo esecutivo: «Il mio governo finisce qui, vado via senza rimorsi», ha annunciato nella notte il presidente del Consiglio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi parlando di «sconfitta netta» e affermando che nel giro di una manciata d'ore consegnerà le sue dimissioni irrevocabili al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

Oggi Renzi convocherà un Consiglio dei ministri e poi salirà al Colle.

Foto Epa/Gregor Fischer © www.giornaledibrescia.it
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«Volevo tagliare poltrone, non ce l'ho fatta. La poltrona che salta è la mia», ha detto ringraziando, con voce rotta dalla commozione, la moglie Agnese e i suoi figli e assicurando che il governo dimissionario si impegnerà comunque per completare l'iter della legge di bilancio e nell'assistenza alle popolazioni terremotate. E, in ogni caso, «l'Italia può contare sulla guida autorevole e salda di Mattarella», sono state le parole del premier che poi si è rivolto al fronte del no in chiave post-Italicum: «A voi onori e oneri, tocca a voi fare una proposta sulla legge elettorale». 

Di tutt'altro tenore la reazione del fronte del no, unito idealmente da un lungo boato di esultanza. 

Ansa/Daniel Dal Zennaro  © www.giornaledibrescia.it
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«È la vittoria del popolo contro i poteri forti di tre quarti del mondo», ha commentato il leader leghista Matteo Salvini, il primo a parlare quando ancora erano disponibili solo gli exit poll. Poco dopo il capogruppo FI Renato Brunetta ha attaccato: «Per Renzi è game over». 

«Sono commosso e orgoglioso», ha esultato Alessandro Pace dalla sede dei Comitati del No mentre il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ha annunciato, per martedì, la direzione di un partito nel quale oggi la minoranza si prende la sua rivincita: «Eravamo nel giusto», ha sottolinea Roberto Speranza. Poi, poco dopo la mezzanotte - e dopo aver sentito il capo dello Stato - tocca a Renzi assumersi le responsabilità della sconfitta. 

Ansa/Luca Zennaro  © www.giornaledibrescia.it
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Beppe Grillo si è proiettato fin da subito nel dopo referendum: «Dalla prossima settimana inizieremo a votare online il programma di governo e in seguito la squadra di governo». E netto è stato il commento del candidato premier «in pectore» del M5S, Luigi Di Maio: «L'uomo solo al comando non esiste più». 

Mentre anche il leader di Ap, Angelino Alfano si è congedato con un tweet («abbiamo giocato una bella partita e l'abbiamo persa»), da oggi sarà il Quirinale a fare le sue valutazioni. Con un obiettivo, innanzitutto: far uscire il prima possibile il Paese dal cono d'incertezza in cui stanotte è precipitato.

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