Italia e Estero

Il governo va avanti sull'Albania, 'l'Europa è con noi'

epa11709504 A group of migrants intercepted in international waters around Italy, arrive aboard the Italian Navy vessel Libra at Shengjin, Albania, 08 November 2024. Italy has sent a group of 8 migrants to Albania, after a previous group was turned away in October for failing the vetting process, in a plan aimed at deterring dangerous sea crossings by processing asylum claims outside the EU. The initiative faced legal setbacks after Italian courts ruled that migrants could not be held in Albania due to concerns over their legal status. In response, the Italian government adjusted the legal framework, hoping this would strengthen the policy, which allows up to 3,000 non-vulnerable men to be housed temporarily in Italian-run facilities in Albania. EPA/MALTON DIBRA
epa11709504 A group of migrants intercepted in international waters around Italy, arrive aboard the Italian Navy vessel Libra at Shengjin, Albania, 08 November 2024. Italy has sent a group of 8 migrants to Albania, after a previous group was turned away in October for failing the vetting process, in a plan aimed at deterring dangerous sea crossings by processing asylum claims outside the EU. The initiative faced legal setbacks after Italian courts ruled that migrants could not be held in Albania due to concerns over their legal status. In response, the Italian government adjusted the legal framework, hoping this would strengthen the policy, which allows up to 3,000 non-vulnerable men to be housed temporarily in Italian-run facilities in Albania. EPA/MALTON DIBRA
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ROMA, 23 DIC - Agenti italiani - un centinaio - vigilano anche durante le feste di Natale sui centri per migranti in Albania. Vuoti, ma ancora per poco. Il governo è infatti intenzionato a riprendere fin da gennaio i trasferimenti dei richiedenti asilo intercettati in mare. Forte del consenso emerso in Europa sulle nuove soluzioni, come appunto gli hub da creare in Paesi terzi. E dell'ultima sentenza della Cassazione sui Paesi sicuri. La linea è stata condivisa oggi a Palazzo Chigi nel corso di un vertice presieduto da Giorgia Meloni, cui hanno partecipato il vicepremier Antonio Tajani, in collegamento dal Kosovo, i ministri di Interno, Matteo Piantedosi, Difesa, Guido Crosetto, Affari europei, Tommaso Foti e il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. "Andremo avanti - ha assicurato al termine Tajani - per contrastare i trafficanti di esseri umani, per il rispetto delle norme comunitarie. Le soluzioni innovative sono state apprezzate e vengono apprezzate anche da altri Paesi". L'incontro è stato l'occasione per fare il punto sul dossier, al momento una spina nel fianco dell'esecutivo: l'apertura dei centri di Shengjin e Gjader è slittata da maggio ad ottobre; i pochi migranti portati sono stati subito liberati dai giudici; le opposizioni sono insorte per il "flop costato un miliardo di euro". Ma la riscossa è vicina, è la convinzione di Meloni, che ha ideato l'accordo con l'amico premier albanese Edi Rama e vuole ora farlo finalmente funzionare. Il vertice ha così ribadito "la ferma intenzione di continuare a lavorare insieme ai partner Ue e in linea con le conclusioni del Consiglio europeo dello scorso 19 dicembre, sulle cosiddette 'soluzioni innovative' al fenomeno migratorio", anche "alla luce della recente sentenza della Cassazione che ha indicato le competenze relative all'individuazione dei Paesi di origine sicura a livello nazionale". L'opposizione continua ad attaccare. Si tratta, afferma la segretaria dem Elly Schlein, "di un progetto inumano, inefficace, dispendioso e privo di risultati concreti. Continuare a investire risorse pubbliche in un'operazione che viola i diritti fondamentali è irresponsabile".

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