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Il bresciano Volpi resta al Copasir, FdI: «Contro la legge»

Il deputato leghista ha convocato per oggi il Comitato per condividere le sue comunicazioni
COPASIR, IL NODO CARICHE
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Aumenta la tensione tra Fratelli d’Italia e la Lega sul Copasir che oggi, alle 14, tornerà a riunirsi a San Macuto sotto la Presidenza del leghista bresciano Raffaele Volpi. Convocazione fortemente contestata dal partito della Meloni, che ha abbandonato la conferenza dei capigruppo al Senato, arrivando a minacciare di disertare la convocazione di oggi, definita «contra legem». «Abbiamo abbandonato la seduta - protesta La Russa - visto che nessun partito ha preso la parola».

È evidente uno scontro tutto con la Lega, La Russa prova a smussare: «Vorrei dire che non è un problema tra noi e la Lega, o interno al centrodestra, ma un problema per il Parlamento e la democrazia». Insomma, è ancora muro contro muro e si va avanti così da mesi. Uno stallo da cui, al momento, non si vede via d’uscita visto che tutti hanno confermato le proprie posizioni. A partire dai leghisti: a loro giudizio la legittimità della presidenza Volpi trae origine dall’analogia con quanto avvenne nel 2011, quando, dopo la nascita del governo Monti, alla guida del Comitato rimase Massimo D’Alema, malgrado il Pd fosse passato dall’opposizione alla maggioranza.

Precedente assolutamente inapplicabile oggi, sottolinea La Russa : «All’epoca tutti furono d’accordo sulla permanenza di D’Alema. Si applicò il principio valido nel diritto parlamentare del "nemine contradicente", si prende una decisione se nessuno "contraddice", se nessuno dice di no. Stavolta, invece noi non siamo d’accordo e l’abbiamo detto sin dal primo giorno dalla nascita del governo Draghi. C’è la legge che va rispettata e parla chiaro. Ora non vogliamo coinvolgere il Colle ma ci chiediamo se esiste un giudice a Berlino».

Forza Italia preferisce stare alla finestra, mentre il Pd, già da tempo, ha fatto sapere di essere d’accordo su una presidenza a FdI. «Noi - spiega il dem Enrico Borghi - siamo per il rispetto della norma secondo cui la presidenza spetta all’opposizione, ma vincolando la scelta a una soluzione pattizia, ovvero che il presidente venga eletto a maggioranza degli aventi diritto». E punzecchia il centrodestra: «C’è un braccio di ferro tra i due partiti e questo danneggia l’istituzione. La Lega dovrebbe fare un passo indietro, ma non lo fa, perché è in corso una partita tutta interna alla destra». A questo punto, occhi puntati alla seduta di oggi. Il programma prevede alle 14, le comunicazioni di Volpi, a seguire l’ufficio di presidenza integrato ai rappresentanti dei gruppi e la seduta plenaria.

 

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