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Gran Bretagna: Boris Johnson sta meglio

Intanto Albione difende la sicurezza con cartelli agli ingressi dei parchi, blocchi stradali e pattugliamento delle spiagge
Boris Johnson - © www.giornaledibrescia.it
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La salute del premier britannico Boris Johnson «continua a compiere progressi molto buoni». Lo riferisce un portavoce di Downing Street nell’ultimo aggiornamento sulle condizioni del primo ministro ricoverato da una settimana all’ospedale St. Thomas per il Coronavirus, e uscito da poco dalla terapia intensiva.

In precedenza una fonte di Downing Street aveva riferito a Sky News che Johnson, oltre alle brevi passeggiate in reparto, si è concesso anche qualche gioco e dei film, tra i quali la trilogia del «Signore degli Anelli» e la commedia cult degli Anni 80 «Withnail and I» (in italiano «Shakespeare a colazione»). La fidanzata Carrie Symonds, al sesto mese di gravidanza, gli scrive lettere e gli spedisce le ecografie del bambino per «tirargli su il morale», rivela ancora la fonte. I due non si vedono dal giorno in cui Johnson è stato ricoverato in ospedale, una settimana fa.

Intanto la Gran Bretagna stringe i denti e oppone resistenza al Covid-19. Cartelli agli ingressi dei parchi, blocchi stradali, pattugliamento delle spiagge: per tentare di scongiurare la violazione del lockdown, in un week-end pasquale caldo e assolato, le forze dell’ordine nel Regno Unito alzano il livello di allerta, promettendo però di non usare il pugno duro contro gli eventuali trasgressori. Una rassicurazione resasi necessaria dopo alcuni casi, rimbalzati sui media, interpretati come esempi di arbitrio da parte di una popolazione che - se in certa misura aveva imputato al governo di Boris Johnson qualche esitazione iniziale fin troppo prolungata sull’introduzione di misure severe contro il Coronavirus - d’istinto continua in numero consistente a soffrire le restrizioni come un limite alla libertà privata o all’individualismo difficile da digerire.

Nello Yorkshire la Polizia Locale si è dovuta così pubblicamente scusare dell’intervento di un’agente filmata mentre rimproverava una famiglia, «colpevole» di aver lasciato giocare il proprio bambino nel giardino di casa. «Le intenzioni erano buone, ma l’intervento non adeguatamente valutato», la giustificazione dei superiori.

Altrettanto è stata costretta a fare la Polizia di Durham che tramite un tweet - con tanto di fotografia - aveva stigmatizzato le uscite in bicicletta, consentite viceversa dalle norme governative in vigore nel Regno Unito.

E lo stesso eccesso di zelo è stato imputato vicino a Cambridge a una pattuglia che - dopo la visita in un supermercato - ha denunciato come gli scaffali di prodotti non essenziali fossero vuoti: ignorando che non esista alcuna norma sull’Isola che limiti o regolamenti la tipologia dei prodotti acquistabili.
Errori procedurali, dettati anche dalla pressione del momento, che però, al di là delle concessioni agli umori popolari, non fermano i controlli: rafforzati anzi nei giorni pasquali, come conferma il National Police Chiefs Council. Sulle coste meridionali, da Brighton a Bournemouth, la Polizia è all’opera per impedire le gite fuori porta, queste sì, vietate.

Mentre in Galles sono stati predisposti posti di blocco per fermare i turisti dell’ultima ora; e agli ingressi dei parchi di Londra, tutti aperti, affissioni ad hoc intimano di rispettare «la distanza minima di 2 metri». Sperando che la prevenzione possa minimizzare il ricorso alla repressione.

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